Dopo due anni di stop a causa delle ormai ben note restrizioni anti-Covid, ieri a Oria sono tornate per le strade sia la processione che la festa in onore di San Cosimo e dei Santi Medici, le cui statue – custodite gelosamente nella basilica cattedrale – sono state ovviamente accompagnate in corteo da quella del patrono San Barsanofio.
È andato tutto liscio fino a quando, a sera, nel passaggio della processione da uno dei punti più caratteristici – piazza Lorch – è accaduto qualcosa di assolutamente imprevisto: le luminarie, perfettamente funzionanti martedì e mercoledì scorsi, non si sono accese a causa di un improvviso guasto al gruppo elettrogeno che le alimentava.
L’organizzazione è corsa subito ai ripari: qualcuno ha contattato un fornitore locale di gruppi elettrogeni che aveva dato immediata disponibilità a porre rimedio, per giunta gratuitamente. Poi però è stato raggiunto un accordo con un altro fornitore di San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto. Del resto, a Oria si è sempre detto: San Barsanofio era amante dei forestieri.
Poco importa, comunque. Alla fine, nell’ultimo e più suggestivo punto di transito prima del rientro in basilica, quello di piazza Manfredi, quando l’orologio segnava ormai le 22, il problema era stato risolto. I simulacri dei Santi Medici sono stati accolti nella principale agorà oritana da una folla adorante e festante al cospetto di un evento, molto sentito, che mancava da troppo tempo.
Nel complesso, a pare quell’imprevisto e al di là delle perplessità dei mesi scorsi circa l’organizzazione delle celebrazioni sia religiose che civili, è andato tutto molto bene.
Oria e i numerosi turisti giunti da fuori hanno finalmente riassaporato dal vivo quell’aria di fede, tradizione, giubilo collettivi che, fino a quel funesto 2020, li accompagnava ogni anno pressoché da sempre.