Caso castello, riflessioni a margine: nessun vincitore, ma tantissimi vinti. Per primi, i cittadini. Nessuno faccia il bello né il bullo

di Eliseo Zanzarelli

Il castello di Oria si è trasformato da ormai tanti anni a questa parte da risorsa in caso, anche ma secondariamente mediatico. Dopo l’ultimo comunicato della proprietà – passata nel giugno 2022 da Borgo Ducale a Borgo Immobiliare Srl – è giunto il momento di tirare le somme e di parlare di fallimenti su fallimenti.

No, non certo nel gergo del diritto commerciale o della finanza pubblica perché, nonostante il fardello di un bene infruttuoso, le società della famiglia Romanin Caliandro godrebbero di ottima salute; così come godono di buona salute le casse del Comune di Oria. Non è squisitamente economico-finanziario, quindi, il punto che qui s’intende tratteggiare.

Il punto è più che altro politico-amministrativo. Non esiste, al momento, alcun vincitore riguardo il dossier castello. Al contrario, esistono tantissimi vinti. Si potrebbe dire: tutti. Dalla proprietà che – da quell’agosto 2007, mese e anno dell’acquisto – da quel bene monumentale ci ha guadagnato zero e speso tanto, anche in termini giudiziari.

Senza trascurare ogni amministrazione comunale che ci ha provato (e continua a provarci) ma da quella situazione ha ottenuto sin qui esattamente zero.

Dalle ultime esternazioni dell’amministratrice di Borgo Immobiliare Srl, Emanuela Romanin, si evince come la presente e la precedente amministrazione – poste esattamente sullo stesso piano – siano riuscite a convincere pochissimo, a prescindere da trattative “riservatissime” e da esternazioni roboanti rispettivamente nell’uno e nell’altro caso.

Non ci sono stati, insomma, accordi per le vie brevi o procedure alternative che tenessero. Ai legittimi proprietari del castello ogni proposta è finora sembrata inadeguata, e questo loro l’hanno detto e ribadito sia ai tempi dell’amministrazione Carone, sia ai tempi nostri. Era così anche prima.

C’è da specificare che ai tempi dell’amministrazione Carone si contrattava soltanto su aperture, chiusure, ricevimenti e altri accessori di contorno, al rialzo ovvero al ribasso; c’è da dire che in quest’ultimo caso – con Ferretti sindaco – si è parlato per via burocratica di un’idea preliminare (senza progetto esecutivo) di museo con bar e ristorante accessori. Sono dati di fatto, come tali inconfutabili. Nulla è piaciuto. E anch’esso è un dato di fatto, altrimenti oggi il castello sarebbe aperto.

Quindi, quale più recente atto di un’infausta telenovelas di sudamericana fattura, Borgo Immobiliare Srl ha annunciato – sempre legittimamente – di aver rinunciato al progetto castello per “tuffarsi” nelle piscine del lusso e di un’ipotetica beauty farm sicuramente più redditizie di quanto lo sia stato fino a oggi quell’immobile pagato a suon di milioni e costato parecchio anche in termini di manutenzione e condanne (e, anche in questo caso, si resta sul piano fattuale).

Il lettore poco avveduto si chiederà: com’è, rinunciano a fare museo con bar e ristorante e in quel posto ci fanno una sorta di B&B per ricchi? Nulla di più inesatto. Il comunicato della proprietà, se lo si legge perbene e salvo sorprese, non parla di fare in quel posto una beauty farm lussuosa. Dice soltanto che, tramontato il sogno castello a condizioni per la proprietà convenienti, la stessa proprietà si concentrerà su altro, e cioè sul lusso. Dove? Nel castello? Difficilissimo. Altrove? Molto probabile. Ad Oria? Chissà. Col Comune di Oria come principale interlocutore? Improbabile. Cos’accadrà e in quale dove, sarà il tempo a dirlo.

Intanto, però, da questa storia emergono soltanto vinti e nessunissimo vincitore. Non hanno vinto i proprietari e non ha vinto – per il momento – nessuna delle amministrazioni succedutesi nell’ultimo più che quindicennio. Nessuno può fare il bello, nessuno può fare il bullo. Si pensi che una deliberazione dell’ex giunta del sindaco Cosimo Pomarico (2013) per forzare la riapertura del monumento è rimasta, né più né meno, lettera morta.

Il castello, dopo un accenno di rilancio post restauro e parziale stravolgimento (acclarato dalla magistratura) è rimasto un sogno per chiunque. In fondo, nessuno ha per davvero mai vinto, neppure nelle migliori e più nobili intenzioni. Hanno perso, abbiamo perso tutti. Per primi, hanno perso i cittadini di Oria che da quel “vascello natante nell’aria” – smarritosi tra innumerevoli beghe – si sono praticamente da sempre riconosciuti. E ora quasi se ne vergognano.

Il castello è qualcosa che materialmente esiste ed è evidente che si sia, ma in fondo è come se in realtà non ci fosse. Neppure un bulldozer ovvero un cataclisma, abbattendolo, avrebbe forse saputo fare di meglio. Tutti innocenti, tutti colpevoli. Tutti vinti. Di vincitori neanche l’ombra, fosse anche quella dei pigmei ad annunciare come l’ora del tramonto sia vicina.

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