Fu Carluccio a uccidere D’Errico: pena aumentata in appello da 16 a 18 anni. Escluse le attenuanti

Non più 16 ma 18 anni e 15 giorni di condanna in secondo grado per il 27enne Salvatore Carluccio, che è stato ritenuto anche dalla Corte d’assise d’appello di Lecce colpevole dell’omicidio del 31enne Luca D’Errico. Quest’ultimo fu raggiunto da un colpo di pistola alla testa in via Dei Mille a Torre Santa Susanna, dove si trovava in compagnia di amici nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2023. Carluccio era già stato condannato in abbreviato – a 16 anni, appunto, già scontati di un terzo – dalla gup del Tribunale di Brindisi Barbara Nestore, mentre la pm Paola Palumbo aveva chiesto per lui 21 anni.

La Corte leccese (presidente Roberto Carrelli Palombi, relatore Giuseppe Biondi) ha rimosso dalla quantificazione della pena le attenuanti generiche, che erano invece state concesse in primo grado. Il pg Salvatore Cosentino aveva invece chiesto per D’Errico – difeso dall’avvocato Roberto Cavalera – la conferma della condanna di primo grado per omicidio volontario, ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco (una pistola ritrovata e sequestrata dai carabinieri). Carluccio era anche stato condannato a risarcire il danno, da quantificare in sede civile, nei confronti della madre e dei nonni materni di D’Errico, costituitisi parti civili con gli avvocati Michele Arcangelo Iaia e Raffaele Benfatto.

L’avvocato Michele Iaia

La sentenza di primo grado fu impugnata non solo dalle parti civili, ma dalla stessa Procura di Brindisi (che contestava proprio le attenuanti generiche) oltre che dalla difesa di Carluccio. Per ragioni diverse, non aveva accontentato alcuno.

Le motivazioni di questa nuova sentenza saranno depositate entro i prossimi 30 giorni. Dopodiché l’avvocato Cavalera potrà adire, per motivi di legittimità, la Corte di Cassazione.

Secondo le ricostruzioni, quella notte Carluccio sparò attraverso una porta-finestra di casa sua e un proiettile centrò al capo D’Errico, che fu trasportato in ospedale dagli amici e proprio in ospedale, a Brindisi, in seguito perse la vita. I familiari acconsentirono alla donazione degli organi. D’Errico era considerato un un imprenditore emergente nel settore turistico – immobiliare e slegato da qualsiasi ambiente o logica criminale.

SUPERMERCATI SUPER IN, GUARDA CHE SPESA! CLICCA QUI PER SCARICARE L’APP
Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com