Quattro mesi d’attesa e poi chissà cos’ha. Quattro mesi per un esame istologico dal quale, in fondo, dipendono le aspettative di vita di un paziente. Francesco Tardio ha 78 anni e per tanti anni, prima di andare in pensione, è stato un direttore amministrativo scolastico.
«Lo scorso 22 novembre – racconta – in Chirurgia Plastica al Perrino mi è stato asportato un melanoma con contestuale invio del campione per l’esame istologico. Ad oggi non so ancora nulla del risultato, un’interminabile attesa».
Un’attesa ancora meno accettabile se si è recidivi. Infatti, Tardio già nel 2009 fu operato all’ospedale “Di Venere” a Bari per qualcosa di simile. L’altro giorno ha chiamato all’ospedale di Brindisi per sapere qualcosa, ma nulla: «Non mi hanno saputo dire nulla né sull’esito né sui tempi di quell’esame istologico. Sarò per caso un malato grave e magari terminale? Chi lo sa. Il mio caso penso somigli da vicino a quello di tanti altri pazienti:
«Sono reduce da due interventi – dice – e non conosco lo stadio in cui si trovi questa mia patologia, eppure in casi come il mio parliamo di vita o di morte».
Infatti, Tardio ricorda quanto accaduto di recente in Sicilia: «Questo caso, a mio avviso, ha analogie con quanto successo in provincia di Trapani, dove un’insegnante 56enne ha dovuto attendete otto mesi prima di avere l’esito di un esame istologico, dopo l’asportazione di una neoformazione all’utero avvenuta nel dicembre 2023 in ospedale a Mazara del Vallo». In quel caso, dal referto è emerso come la donna fosse affetta da un tumore al quarto stadio con annesse metastasi. Su quel caso caso indaga, intanto, la Procura di Marsala: il ritardo ha fatto avanzare la malattia? Chissà.
Intanto, Tardio si augura che il ritardo nel suo caso non porti a conseguenze gravi come quelle patite dalla donna del Trapanese.
