Oria, il dopo-attentato tra tolleranza zero e buonsenso: scattano le riflessioni anche in maggioranza. Prima auto per la polizia locale

Sul gesto gravissimo delle due auto della polizia locale incendiate nei giorni scorsi – per la precisione, martedì 25 marzo, intorno alle 20.45 – non ci sono dubbi: è gravissimo, va condannato e stop. Su ciò, tutti d’accordo.

Cos’è stato, allora, che ha procurato qualche riflessione anche interna alla maggioranza che amministra la città di Oria? Di argomenti ve ne sono, anche a prescindere dal fatto che per qualche giorno i “vigili” sono rimasti appiedati ma anche da appiedati sono usciti a fare i verbali. Oggi, intanto, è giunta la prima auto in comodato d’uso da parte del Comune di Brindisi: una Dacia Sandero; nei prossimi giorni, forse anche una Land Rover.

Tornando sull’accaduto, a qualcuno non è piaciuto il concetto della tolleranza zero. Non solo cittadini (che, non a caso, si sono lamentati sui social) ma anche esponenti istituzionali. C’è chi l’ha detto chiaramente e parafrasiamo il concetto: ok, cerchiamo questi “gentiluomini” che hanno messo fuoco a quelle due macchine, ma poi non rendiamo Oria una contea del vecchio West con tante persone e altrettanti sceriffi pronti a punire chiunque persino per inezie o perlomeno cose trascurabili.

Perché pare che ultimamente – è una tesi di cui si è discusso nelle sedi istituzionali, oltre che sui social e per strada – si cerchi di punire il primo che passa anche per cose di poco conto, non soltanto per gravi violazioni penali, amministrative o semplicemente del codice della strada. Il prefetto Luigi Carnevale, che è stato a Oria, l’ha detto: nessuna rivalsa, ok alla legalità.

L’appello al buonsenso, nelle sedi istituzionali e persino dinanzi allo stesso prefetto, c’è stato tra sì, no, ma, se, boh, ni, ecc. Il sindaco Cosimo Ferretti e i suoi più stretti collaboratori avevano già indicato da un paio di mesi quella che, a loro dire, era la retta via: a prescindere dai parcheggi a pagamento – di cui si tornerà a parlare, come del castello e di altre cose per il momento in secondo piano – la polizia locale è stata investita del compito di essere rigida e, a tratti, inflessibile.

Ai cittadini questa circostanza non è sempre granché piaciuta, ma ci può stare. Il problema (che potrebbe diventare politico-amministrativo) è che questa circostanza non piacerebbe granché neppure ad alcuni rappresentanti istituzionali, che di una parte dei cittadini sono espressione.

La parola d’ordine invocata è, a quanto trapela, il termine “buonsenso”. Si può andare a fare verbali per qualche millimetro di battistrada in meno sugli pneumatici? Si può multare persone di 60 anni e passa per aver dimenticato i documenti a casa, pur essendo in possesso di quei documenti? Si può fare un verbale per appena cinque minuti di sosta in doppia fila con le quattro frecce accese? Si può passare da decenni di assenza della polizia locale dalle strade addirittura ai posti di controllo? E gli esempi si sprecherebbero, a dire il vero si sono già sprecati nelle sedi istituzionali e – per giunta – non solo in questi ultimi giorni un po’ (eufemismo) critici.

Sono stati, quelli di cui sopra, degli esempi tirati in ballo anche nelle sedi politiche, senza per ciò mettere in dubbio la legittimità fiscale delle azioni della polizia locale né delle forze dell’ordine.

In un paese esasperato ed economicamente mortificato com’è Oria – è questa la tesi di alcuni tra gli amministratori, che per ora si tiene nell’anonimato per una questione di buonsenso – si può andare a spaccare il capello più di quanto già si facesse da qualche tempo a questa parte?

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Soltanto una tesi, ovvio. Che qui – stesso luogo in cui si è invocata reazione pronta e dura, che si conferma – semplicemente si riporta. E, allora, qual è la strada giusta?

Per i “dissidenti” rispetto alle punizioni a oltranza, andrebbero semplicemente scovati e assicurati alla giustizia i responsabili del vile gesto compiuto qualche sera fa ai danni della polizia locale e più in generale delle istituzioni cittadine e in qualche modo dello stesso Stato.

La traduzione, il riassunto dei riassunti sul discorso di cui sopra potrebbe anche in un certo qual senso filare: non è che per due st***zi si finisce per colpevolizzare una comunità fin qui considerata sostanzialmente sana? Si prendano quei due soggetti e si torni al prima.

Questa è l’estrema sintesi. Poi ci sono, come sempre, diverse correnti di pensiero. Quella oltranzista, non ammette eccezioni: chi non ha qualcosa da nascondere, non teme i controlli. Quella del buonsenso, si concentra sui criminali: si prendano loro e si torni alla normalità. Nel mezzo, tanti distinguo. È la politica ed è la cittadinanza, bellezza.

Su di una cosa sono tutti d’accordo: non si possono incendiare impunemente due macchine della polizia locale nei pressi del Comune e quei due balordi vanno presi e, col consenso della magistratura, portati in galera. Su questo, al di là delle brutte giornate, non ci piove. Neppure all’interno della maggioranza. E questa è la cosa più importante di tutte.

Sul resto si può anche parlare, persino con cognizione di causa o a vanvera. Purché nei limiti di quella civiltà che a queste latitudini, su qualunque questione o azione, non sempre c’è. E anch’esso è un dato di fatto.

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