Poco prima delle 21 di oggi (martedì 25 marzo) sono state date alle fiamme entrambe le auto – una Fiat Tipo e una Fiat Panda – in uso alla polizia locale di Oria, che erano parcheggiate proprio alle spalle del Comune.








Qualcuno – probabilmente due persone, col volto travisato – hanno cosparso di “Diavolina” e liquido infiammabile i due mezzi per poi darvi fuoco. Un duro colpo proprio al cuore delle istituzioni cittadine, con un certo menefreghismo rispetto a ciò che esse rappresentano.
Tempestivo e fondamentale l’intervento dei vigili del fuoco, giunti dal distaccamento di Francavilla Fontana: grazie a loro l’incendio non si è propagato oltre e non ha interessato né altri veicoli né l’immobile che ospita gli uffici del palazzo di città.
Sul caso indagano, oltre alla stessa polizia locale, anche i carabinieri della Stazione di Oria e della Compagnia di Francavilla Fontana. Sul posto anche il capitano Alessandro Genovese e il maresciallo capo Angelo Libardi. La gravità del caso e l’attentato allo Stato, espresso sul piano locale dalla municipalità e dalla sua guardia, richiedono indagini celeri e decise.
Nessuno può permettersi, per qualsivoglia ragione, permettersi di minacciare le sedi democratiche. Probabilmente, il più vile e grave gesto nella storia delle istituzioni di Oria.
Sul posto, costernati ma non remissivi, il sindaco Cosimo Ferretti, il suo vice Michele Locorotondo, gli assessori Elena Marrazzi, Domenico D’Ippolito e il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Marinò, oltre alla consigliera e presidente della Commissione pari opportunità Silvia Conte. Antonio Carone, dipendente storico del Comune, ha temuto per la “sua” biblioteca.
Dai loro volti, come da quello del consigliere di minoranza Antonio Proto, è trasparsa preoccupazione mista a dolore e voglia di “vendetta”. Legale, s’intende.