“OlivErchie”. S’intitola così un progetto promosso dall’amministrazione comunale di Erchie – appunto – volto a contrastare in qualche modo il problema della Xylella che ha falcidiato negli anni il territorio salentino e dunque anche quello ercolano. E quindi il sindaco Giuseppe Margheriti e i suoi hanno messo a bilancio 30mila euro – aumentabili – per i piccoli proprietari terrieri, che potranno impiantare gratuitamente nel prossimo autunno/inverno le cultivar Leccino e Fs17 (Favolosa) al posto dei loro ulivi ormai secchi. Margheriti e la sua giunta badano al concreto: meglio incentivare l’agricoltura che, tanto per dire, una festa patronale. Che poi le feste patronali si faranno lo stesso. Intanto, però, si cerca di aiutare i piccoli agricoltori.

“Il 90 per cento del Pil di Erchie era basato sull’economia agricola e di questa la maggior parte riguardava la produzione olivicola, Erchie ha perso quasi tutti gli ulivi secolari – spiega il sindaco Giuseppe Margheriti – non possiamo più restare fermi. Il danno causato dalla Xylella è ingente e non riguarda solo le grandi aziende. Questo bando si rivolge solo ai piccoli proprietari o conduttori di terreni, agli hobbisti, a coloro che avevano uliveti che sono andati distrutti, insomma tutte quelle categorie escluse dai vari bandi e finanziamenti statali, europei o regionali. Abbiamo voluto pensare a tutte le famiglie che possedevano appezzamenti di terreno da cui ricavavano olive e olio, contribuendo alla crescita dell’economia locale. Vogliamo lasciare il segno in questo senso e restituire un territorio sano alle generazioni future. Perchè sappiamo bene che gli ulivi sono importanti anche per l’ambiente e il clima”.
“I richiedenti e i beneficiari di ciascuna domanda di aiuto ammessa a contributo ai sensi del presente avviso sono tenuti ad osservare i seguenti impegni: consentire controlli ed ispezioni da parte dei funzionari dell’Amministrazione comunale; osservare le modalità di esecuzione nel rispetto della normativa ambientale, paesaggistica vigente e dei vincoli di altra natura eventualmente esistenti; mantenere la destinazione d’uso degli interventi per un periodo minimo di 5 anni decorrenti dalla data di sopralluogo finale dei lavori. Eseguire nella fase di messa a dimora e nelle fasi di allevamento successive le tecniche agronomiche più efficaci per favorire l’attecchimento e il rapido sviluppo delle piantine nonché ad effettuare tutti gli eventuali interventi di gestione che si renderanno necessari, come le irrigazioni di soccorso nei periodi di carenza idrica (con particolare riferimento al periodo estivo), il contenimento delle piante infestanti attraverso adeguate pratiche di gestione agronomica dei terreni, le lavorazioni del terreno, le concimazioni e comunque tutte le operazioni di gestione degli impianti arborei a carattere produttivo”.