Erchie si prepara per la festa di San Giuseppe: falò, “mattre”. Fede e spettacolo in perfetta sintonia

San Giuseppe non è a Erchie una festa come le altre e quest’anno non farà eccezione: già nei giorni scorsi hanno cominciato ad accendersi i falò periferici, quartiere per quartiere. Come si usava un tempo, com’è giusto e suggestivo fare ancora oggi secondo gli “Amici del Falò” supportati dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Margheriti. D’altra parte, promozione delle tradizioni e turismo religioso sono sempre stati al centro degli interessi di Margheriti e dei suoi.

La ricorrenza di San Giuseppe è, come noto, il 19 marzo. Intanto, il 18 marzo alle 20 ci sarà il grande falò in zona 167 a cura proprio dell’associazione “Amici del Falò di San Giuseppe”. Il tutto, dopo l’arrivo della statua del santo portato in processione e la benedizione. La pira quest’anno sarà alta 15 metri. A seguire lo spettacolo di fuoco degli artisti di strada e via alle danze con il gran concerto finale di Tonino Carotone e Zingarua: il trio calabro-pugliese si presenta assieme all’artista internazionale in una collaborazione musicale esclusiva per un meltin’pot di sonorità pulsanti e travolgenti, che fonde groove elettronico e contemporaneo, brani inediti e tradizionali che spaziano dalla gipsy balkan alla world music, durante la serata ci sarà un area food and baverage e un area  luna park per i più piccoli.

Mercoledì 19 marzo è il giorno delle “Mattre”, un’antica tradizione custodita e valorizzata dall’Unità Pastorale e dalla Pro Loco di Erchie, che avvicina il sacro e il profano e dove protagonista è il cibo. Per l’ora di pranzo, in tutto il centro del paese sono imbandite le Mattre (tavole) di San Giuseppe per ricordare la povera dieta contadina composta da 13 piatti tipici. Il piatto fondamentale è la Tria (tagliatelle) condita con olio fritto e pane, la tria con le fave, la  tria con il miele, la tria con i ceci, la tria con la cipolla fritta, l’ampasciuni (muscari) fritti, i cavolfiori fritti, il baccalà e pesce fritto vengono offerti all’intera popolazione e agli ospiti dei paesi limitrofi.

Sono momenti rappresentativi di questa tradizione: la celebrazione della Santa Messa con la partecipazione del vescovo Vincenzo Pisanello; la benedizione delle mattre durante la processione del Santo; la chiusura anticipata delle scuole.

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Per il loro valore simbolico, anche perché rimandano al significato originario della festa, meritano un’attenzione particolare “gli uccelletti”: pezzi di pasta non lievitata, modellati a forma di uccelli, con due acini di pepe a mo’ di occhi e un corto filo di cotone rosso nel becco. Ogni devoto avrà cura di custodirne uno in casa e sbriciolarlo in direzione dei quattro punti cardinali per tenere lontano “lu mali tiempu” e proteggere il raccolto.
A seguire “After Mattra” con la band Schocchezze a cura delle associazioni Joga Bonito e Miyagi aps.

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