Quando è stato fermato dai carabinieri durante un posto di blocco, ha dichiarato di essere suo fratello e ha consegnato loro la patente di guida di quest’ultimo. I militari se ne sono accorti e hanno arrestato un 70enne di Latiano, condotto in carcere per “falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità”. Il suo arresto è stato convalidato, ma il giudice ha disposto l’attenuazione della misura cautelare: dalla custodia all’obbligo di dimora.
I fatti risalgono alla mattinata dello scorso 8 febbraio. I militari dell’Arma avevano organizzato uno dei soliti controlli della circolazione a Ceglie Messapica e, tra gli altri, hanno intimato l’alt al conducente di cui sopra. Quest’ultimo si è tranquillamente fermato e, alla richiesta dei documenti, ha esibito la patente del fratello maggiore (più anziano di una decina d’anni) in tal modo spacciandosi – di fatto – per lui. Il motivo? Semplice: a differenza sua, il fratello ha la patente.
L’escamotage è sembrato funzionare ma a un certo punto i carabinieri hanno scoperto l’inghippo e invitato dapprima l’uomo a scendere dal veicolo, poi a seguirli in caserma per le contestazioni del caso. Rendere dichiarazioni mendaci a un pubblico ufficiale sulla propria identità, infatti, costituisce reato astrattamente punibile con la reclusione da uno a sei anni.
D’intesa col pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Raffaele Casto, l’uomo viene arrestato e trasferito nel penitenziario di Brindisi dove resta fino all’11 febbraio. Questa la data fissata per l’udienza di convalida dell’arresto. Dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Simone Orazio, l’uomo – difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa – ha spiegato come tre giorni prima si fosse recato da Latiano a Ceglie Messapica per necessità inderogabili legate alla propria attività lavorativa e ha detto anche che nessuno si era reso disponibile ad accompagnarlo.
Ragione per la quale aveva deciso di fare da sé, sebbene fosse consapevole del rischio cui andava incontro (e, ovviamente, dei rischi per gli altri conducenti). L’avvocato Camassa, dal canto suo, ha ritenuto eccessivo il fatto che il 70enne – già noto alle forze dell’ordine per fatti di molto risalenti nel tempo – fosse detenuto in regime carcerario e ha chiesto al gip l’attenuazione della misura.
Il giudice, pur avendo convalidato l’arresto, ha disposto che l’uomo lasciasse la casa circondariale ma che fosse sottoposto all’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, così da scongiurare nuovi spostamenti alla guida. Il procedimento a suo carico seguirà comunque il suo corso, anche se l’indagato è da ritenersi non colpevole fino a eventuale sentenza di condanna passata in giudicato.
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