Vita impossibile per gli inquilini del piano di sotto: intera famiglia condannata per stalking

Condannata per stalking – per così dire – condominiale un’intera famiglia di Oria, che specie durante il lockdown da pandemia avrebbe reso pressoché impossibile la convivenza a un’intera famiglia del piano di sotto. I quattro imputati – madre, padre e due figlie – sono stati ritenuti colpevoli dal giudice Simone Falerno del Tribunale di Brindisi di atti persecutori: per loro, pene pari a otto mesi di reclusione oltre al pagamento di una provvisionale di 5mila euro in favore della parte civile – costituitasi con l’avvocato Raffaele Missere – e 1.600 euro a titolo di spese processuali.

Un’inquilina del piano sottostante – una 26enne – denunciò tutto ai carabinieri l’8 gennaio 2021. In particolare, raccontò di essere stata insieme coi suoi familiari bersaglio di “condotte reiterate condotte di assillo e minaccia” trai quali: schiamazzi notturni, ingiurie e lanci di oggetti nel pozzo luce condominiale. Condotte, quelle degli inquilini del piano superiore dello stabile, che avrebbero procurato ai condomini “un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tale da ingenerare in loro un fondato timore per la propria incolumità e tale da costringerli ad alterare le loro abitudini di vita”.

Più nello specifico, stando alla denuncia-querela ricevuta dai militari dell’Arma e sulla quale si è fondato il processo, in più occasioni sarebbero stati lanciati dal balcone peli di gatti, fazzoletti e persino resti di cibo. In diverse occasioni e con condotte reiterate – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, accolta dal gip – la famiglia residente al piano di sopra scarti alimentari sarebbero finiti persino sul capo di alcuni inquilini del piano di sotto proprio mentre quelli uscivano di casa. Così che essi, ogni volta, erano costretti a guardarsi attorno prima di allontanarsi o rincasare.

È emerso, in aggiunta, come sempre i quattro del piano soprastante facessero rumore durante le ore notturne, camminando su e giù per il loro appartamento – specie con scarpe munite di tacco, anche quando era impossibile uscire di casa per via delle restrizioni pandemiche – disturbando il riposo della denunciante e dei suoi familiari. Alcuni di questi ultimi, in preda ad ansia e agitazione, fecero pure ricorso a cure mediche in ospedale tanto a Francavilla Fontana, quanto a Brindisi. Non solo: un bambino sarebbe stato fatto spaventare, con calci al portone, mentre da solo giocava in garage. Lo scopo era chiaro: incutergli timore. Non sarebbe però finita qui: “con condotte ripetute e moleste, registravano tutte le conversazioni che avvenivano in casa di (…) mettendo un registratore fuori dalla loro finestra (che si affaccia sul pozzo luce della famiglia …) e facendo continuamente foto a (…, la denunciante) e ai suoi fratelli”.

Ne sono scaturiti dunque un procedimento e poi un processo penale. L’avvocato di parte civile, Missere, ha perorato – in supporto al vice procuratore onorario Daniele Cataldi – le ragioni della denunciante e della sua famiglia e ha avuto la meglio sui difensori degli imputati, condannati in blocco per stalking: otto mesi ciascuno, più provvisionale e spese. Si tratta di padre 62enne, madre 60enne, figlie di 32 e 25 anni. Le persone condannate in questo primo grado, ovviamente, si presumono innocenti fino a eventuale sentenza passata in giudicato.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com