Non sa se ci siano figli e figliastri e, in fondo, neppure gli interessa saperlo. Ciò che sa è che da qualche tempo a questa parte per lui è diventata un’impresa tornare a casa: prima poteva farlo ogni fin settimana, ma da un mese non è più così.
“Ci hanno tolto il volo Brindisi Pisa e ritorno, di fatto aumentandoci costi e stress da viaggio: insomma, penso che in pochi sappiano di me come funziona e dico con estrema certezza che l’aeroporto del Salento è stato moltissimo ridimensionato, a tutto vantaggio di quello di Bari”, dice sconsolato. “Devo rinunciare ai miei affetti perché mi hanno tolto le ali, persino quelle dell’entusiasmo di tornare”, riassume.
Ma procediamo per ordine.
Damiano De Michele, 47enne di Oria, è un tecnico iper-specializzato – ormai ha competenze ingegneristiche – per un’importante azienda italiana del settore aeronautico con sede principale in Lombardia. Da diverso tempo presta servizio a Sarzana (La Spezia, Liguria) e ha anche a provato in più occasioni a chiedere il trasferimento altrove per stare più vicino a sua moglie e a sua figlia, ma l’azienda puntualmente glielo nega perché ha bisogno di lui, esattamente nel luogo in cui si trova e soprattutto per ciò che fa: si occupa di produzione, revisione, assistenza, sperimentazione, lavorazione della lamiera, crash test, laminazione, sigillatura, verniciatura, progettazione e altro ancora.
È, di fatto, un ingegnere strutturista aeronautico: è capace di riparare e rimettere a nuovo ogni velivolo, compresi quelli delle forze armate; non ha problemi neppure con la meccanica più spicciola. Ciò comporta che egli da là, in questo momento, non si possa muovere per lavorare altrove. “Non posso rassegnare le dimissioni da un posto che amo e che mi dà tanto – afferma – e non posso farci nulla se per il mio datore di lavoro sono utile qua: alla fine, guadagno bene e mi ritengo anche fortunato pur dando tutto perché la fortuna non arriva da sola…”.
Da qualche tempo, però, c’è un problema non da poco ed è presto spiegato. “Fino a un mese fa circa – spiega De Michele – io tornavo giù a casa mia, da mia moglie, da mia figlia e dai miei familiari ogni fine settimana: cercando i biglietti con largo anticipo, riuscivo a prenderli tutti insieme e risparmiavo qualcosina. Da un po’ di tempo ho dovuto ridurre i mie rientri da quattro a due al mese – racconta – perché hanno soppresso il volo Pisa – Brindisi e ritorno, che per me era il più comodo. Non si tratta soltanto di una questione economica, fattore che pure ha la sua importanza, ma pure di sbattimento… Sapete quanto cambia atterrare a Brindisi o a Bari? Tantissimo. E nella mia stessa, identica condizione ci sono diversi miei conterranei che nel weekend affollano i voli dal Nord al Sud”.
De Michele è uno che coi numeri ci sa fare e quindi ha una sua tabella, che non ha problemi a mostrare. Quando c’era il volo diretto Pisa – Brindisi, prendeva con anticipo un biglietto aereo “low cost” a circa 110 euro. Nel frattempo, da Sarzana aveva raggiunto Pisa in auto (140 chilometri tra andata e ritorno) con un costo di circa 25 euro di carburante (per andata e ritorno) più 13 euro di autostrada e altri 15 circa di parcheggio in aeroporto. A Brindisi, c’era sempre qualcuno dei suoi familiari pronto a dargli uno “strappo” fino a casa, mentre da Bari tutto si fa più complesso:
“Intanto, devo aggiungere cento chilometri all’andata e altrettanti al ritorno e per non dare fastidio ai miei familiari preferisco prendere il treno. Alla fine dei conti, devo comunque spendere devo spendere un bel po’ di soldi ogni mese e fortunatamente posso ancora permettermelo, anche se così non è che si possano fare grandissimi progetti… E non mi sembra giusto perché né io né gli altri salentini che lavorano al nord siamo lì per giocare, ma in quanto obbligati, seppure con piacere e sincero spirito di sacrificio, a farlo. Non mi sembra normale che anziché agevolarci siano sempre a penalizzarci, con un aeroporto, quello di Brindisi, che osservo sempre più declassato rispetto a quello di Bari. Il problema è che con quell’aeroporto veniamo declassati anche noi pendolari”.