Oria, oggi si apre il Giubileo diocesano: simbolo è il Santissimo Crocifisso di Latiano, luoghi di culto privilegiati la basilica dell’Assunta e San Cosimo

Il vescovo Vincenzo Pisanello aprirà ufficialmente oggi pomeriggio (domenica 29 dicembre 2024) l’anno giubilare della Diocesi di Oria. I fedeli sono chiamati a radunarsi (collectio) alle 16 in piazza Lorch – dove sorge la chiesa di San Domenico – per poi recarsi in pellegrinaggio verso la basilica cattedrale dell’Assunta.

In un primo momento – dopo il canto di apertura – il presule saluterà i presenti, li inviterà a benedire e lodare Dio e vi saranno una esortazione, un’orazione, la proclamazione delle pericope evangelica e la lettura della Bolla papale di indizione del Giubileo Ordinario. Seguirà la scarpinata verso la chiesa madre con l’apertura della porta santa e la celebrazione eucaristica.

«In un mondo nel quale progresso e regresso si intrecciano, la Croce di Cristo rimane l’àncora di salvezza: segno della speranza che non delude perché fondata sull’amore di Dio, misericordioso e fedele» (papa Francesco).

Il pellegrinaggio avverrà dunque guidato da una Croce particolarmente significativa per la Diocesi di Oria. Ed è stato a questo proposito scelto il Santissimo Crocifisso, custodita nell’omonima chiesa di Latiano.

Un’effigie che risale al XVI secolo e appartenne alla Confraternita di San Sebastiano (estinta).

Dietro quel crocifisso vi è una storia frammista a leggenda, secondo cui, come si apprende sul portale web della Diocesi di Oria: “passando per Latiano una carovana di zingari, dopo una sosta nei pressi dell’attuale chiesa del Crocifisso, gli zingari si accinsero a caricare le casse delle loro mercanzie sul traino, ma l’ultima cassa non erano capaci di sollevarla dal suolo per quanti sforzi facessero; per alleggerirla, l’aprirono, tolsero alcuni oggetti ed estrassero il nostro Crocifisso ed a quel punto la cassa si potè smuovere. Il popolo che assistette a questa scena gridò al miracolo e in un baleno la notizia si parse per il paese. Informato di ciò il parroco portò in processione l’immagine seguito dai fedeli. Gli zingari lasciarono a Latiano il Crocifisso e per la loro devozione portarono via, dopo averlo tolto, un dito della mano destra”.

Nel luogo del prodigio i latianesi innalzarono un tempio in onore della venerata immagine per custodirla. Il Capitolo di Latiano nel 1624 ottenne dal Vescovo di Oria Domenico Ridolfi la chiesa in concessione e a partire da quell’anno provvide a tutto ciò che riguardava il culto nella Chiesa del Crocifisso eleggendo tra i sacerdoti capitolari un procuratore annuale.

Durante la Santa Visita pastorale il Vescovo di Oria Carlo Cuzzolino (1694) notò: “che vi è una notevole devozione da parte dei fedeli compresi quelli dei paesi vicini” ed ordinò che si facesse “un capo altare”: fu realizzato in legno intagliato con quattro colonne tortili per custodire ed esaltare la miracolosa immagine e fu completato nel 1697.

La statua fu abbellita nel corso dei secoli dai fedeli e dai sacerdoti con il diadema, gli angeli, le chiavi, i reliquiari della Santa Croce e della Santa Spina di Cristo e lo stesso Mons. Alessandro Maria Kalefati nell’anno 1785 aggiunse a sue spese il cartiglio dell’INRI. Il 5 novembre del 1856 i latianesi elessero il Santissimo Crocifisso protettore speciale di Latiano, e questa elezione fu confermata dalla Congregazione dei Sacri Riti, dietro parere favorevole di Sua Santità Papa Pio IX, il 17 febbraio 1870.

Nel corso dei secoli numerosi furono i privilegi e le indulgenze ottenute a favore dei fedeli per la venerazione del Santissimo Crocifisso. Il Beato Bartolo Longo – latianese e quindi nostro condiocesano – nutrì una grande devozione verso questa miracolosa effige e a sue spese pubblicò alcuni opuscoli con preghiere da recitarsi nella chiesa suddetta.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com