Bimba di 4 anni rimbalzata da un ospedale all’altro: non era una semplice gastroenterite, ma una malformazione. La madre: “Per fortuna è viva”

Ora la piccola è in ripresa, ma ha rischiato davvero grosso. La mamma di una bimba di appena quattro anni, residente a Oria, riferisce di un potenziale caso di malasanità sventato per un pelo. Più volte in ospedale le hanno detto di non essere troppo apprensiva perché a sua figlia quella forte gastroenterite, tipica del periodo, prima o poi sarebbe passata.

E, invece, A. (questa l’iniziale del suo nome) continuava a vomitare e ad accusare fortissimi dolori al basso ventre. Nessuna gastroenterite: una malformazione dalla nascita e un salvataggio in extremis che sa quasi di miracolo natalizio.

Un’odissea cominciata lo scorso 22 novembre e conclusasi proprio a ridosso del Natale. Di quel giorno, l’affaccio al pronto soccorso del “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana, da dove la giovanissima paziente fu dimessa senza neppure una terapia da seguire: niente di serio, una flebo e – in pratica – solo questione di tempo, poi il problema sarebbe scomparso da sé. Così fu detto.

I genitori di A. tornarono a casa un po’ sollevati, anche se dolori e vomito persistevano. “Se si arriva a rovesciare anche quando non si mangia – ricorda sua mamma – per di più con liquidi di colore verde, c’è sicuramente più di qualcosa che non va, eccome”.

Quindi, dopo essere passata dal nosocomio francavillese, il 23 novembre, la bimba fu accompagnata a Brindisi. Per lei ancora delle flebo a rilascio lento e la stessa diagnosi: gastroenterite di passaggio. Nessun esame diagnostico, però. Quindi l’ennesimo ritorno a casa cui non seguirono miglioramenti significati e all’indomani una nuova corsa in quello stesso posto. Il 24 novembre fu almeno disposto un ricovero: anche qui, solo flebo e raccomandazioni ai genitori di non preoccuparsi.

Fino a quando la madre della piccola, ormai quasi in preda a una crisi di nervi, s’impuntò e chiese che sua figlia fosse almeno sottoposta a una Tac. Una richiesta che, dopo qualche ritrosia, fu finalmente accolta dopo quattro giorni di ricovero senz’alcun progresso.

Quando terminò la Tac con mezzo di contrasto, fuori dal “Perrino” c’era già un’autoambulanza pronta per il trasporto d’urgenza della fanciulla al “Vito Fazzi” di Lecce. Un’urgenza che, come confermato dai sanitari salentini, a stretto giro si sarebbe potuta trasformare in vera e propria emergenza.

Dall’esame diagnostico, infatti, era emersa una malformazione preesistente (stenosi dei vasi biliari) che – senza un intervento in Chirurgia pediatrica – a lungo andare le sarebbe persino potuta costare la vita. “Per fortuna abbiamo fatto in tempo – dice la madre – e a Lecce abbiamo trovato tutta un’altra situazione: qui mia figlia ha subito non una ma due operazioni andate a buon fine ed è potuta finalmente uscire dall’ospedale lo scorso 17 dicembre; ora va tenuta sotto controllo ma sta decisamente meglio dopo che il suo caso, mi preme dirlo e sono i fatti a dirlo, era stato sottovalutato”.

“La sua salute – prosegue la genitrice, ancora nervosa ripensando al rischio corso – era compromessa a causa di un problema che aveva sin dalla nascita e non certo per una semplice gastroenterite. Non mi va di puntare il dito contro nessuno anche perché alla fine tutto è andato bene anche se in ritardo – conclude – ma credo che nella sanità occorrano molte più sensibilità e competenza in genere, a maggior ragione quando si ha a che fare con dei bambini; spero che la nostra esperienza non capiti mai ad alcun altro genitore”.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com