Brava nello sport e nello studio. Così per lei si sono schiuse le magnifiche porte del sogno americano. La scelta di andare a studiare in Usa non è stata semplice, ma si è rivelata la più efficace sotto ogni aspetto. Giorgia Fino, 25enne di Francavilla, ha conseguito nei giorni scorsi la laurea in Scienze politiche delle relazioni internazionali alla prestigiosa Northern Illinois University a Chicago. Qui, ha potuto studiare tanto e meglio che in Italia – dove per tre anni aveva frequentato Giurisprudenza a Foggia – e soprattutto ha potuto praticare tra i professionisti il suo sport preferito: il lancio del giavellotto, specialità nella quale ha particolarmente dimostrato di saperci fare (con ottimi piazzamenti e record su scala regionale qui in Italia).
Perciò, poco prima che scoppiasse la pandemia, ha preso coscienza dell’opportunità di beneficiare di una borsa di studio negli Stati Uniti e si è lanciata in quest’avventura tanto affascinante quanto – in un certo senso – al “buio”. Quelle tenebre dell’incertezza si sono ben presto trasformate in una luce quasi accecante: Giorgia si è ambientata benissimo e qualunque spesa le è stata coperta dall’Università a due sole condizioni, e cioè i risultati tanto negli esami quanto nella disciplina agonistica.
[Di seguito il post che Giorgia ha pubblicato sul suo profilo Facebook, l’articolo continua subito dopo]
La giovane francavillese, che in un primo momento ha frequentato a Indianapolis per fare prima salvo poi trasferirsi a Chicago, ha rispettato gli impegni presi e, infatti, è giunta a conclusione di questa prima parte del suo percorso, cui nel prossimo anno e mezzo – sempre oltreoceano – aggiungerà un master per specializzarsi ulteriormente.
“È davvero tutto un altro mondo e un altro modo – dichiara, qualche giorno prima di tornare nella sua Francavilla per le vacanze natalizie – che è persino difficile da spiegare, considerate le differenze abissali col nostro Paese: qui lo sport è tenuto in grandissima considerazione e si tende a premiare quegli studenti che siano anche dei buoni atleti, persino in una specialità come la mia (il giavellotto, nda) che neppure qui è tra le più seguite, giacché la fanno da padroni il football e il basket”.
“Qui – prosegue – gli esami universitari non sono quelle cose da dentro o fuori come in Italia, dove con tre domande ti bocciano e fanno perdere tanto tempo per ripresentarti all’esame. Qui – spiega – al massimo ti possono mettere un voto più basso ma che poi farà media con quelli degli altri esami del semestre e se la tua media è sufficiente, puoi andare avanti. Nel frattempo, si sostiene tutta una serie di simulazioni intermedie. È più simile alle nostre scuole superiori, anche nel modo in cui noi studenti siamo seguiti quasi personalmente dai docenti. Gli studenti – atleti, poi, hanno tante figure a loro disposizione per orientarli e seguirne preparazione e prestazioni. In Italia, per praticare il giavellotto, una passione trasmessami dal professor Mino Taurisano, il primo ad aver creduto in me, dovevo fare su e giù da Bari con tutto lo stresso che il caso comporta…”.
E poi ci sono differenze nel modo di vivere l’università: “Sì, in Italia avrò condiviso una stanza al massimo con mio fratello, mentre qui è normale socializzare, dormire insieme, essere una sorta di famiglia allargata, organizzarsi in confraternite”.
[Il post continua dopo la foto]
Insomma, un’intuizione azzeccata quella di trasferirsi in America per studiare e fare sport, ma Giorgia ha pochi dubbi sul suo futuro: “Sarà qui ancora per un po’, poi mi piacerebbe tornare in Italia o comunque in Europa con quel bagaglio di competenze superiori acquisite dall’altra parte del mondo. Mi piacerebbe molto intraprendere la carriera diplomatica – afferma – oppure lavorare per l’Onu, perché prima o poi dovrò mollare questo sport, non sono proprio tra i migliori agonisti eppure qui negli Usa mi è stata data e spesata la possibilità di apprendere e crescere sia nelle conoscenze che umanamente, oltre a divertirmi praticando il mio sport del cuore. Tra non molto – conclude – arriverà il momento di mettere a frutto le mie competenze extra sportive, che poi sono le più importanti”.