La pista rimane aperta: riaprire il castello resta un obiettivo dei proprietari e dell’Amministrazione del sindaco Cosimo Ferretti, più che un sogno. Il progetto di farne un museo con bar, ristorante e bookshop non è mai per davvero tramontato, nonostante un apparente “raffreddamento” durante la passata torrida estate. Qualcuno sognò che le porte potessero schiudersi già qualche mese fa, qualcuno ha sognato che potessero schiudersi in occasione dell’imminente periodo natalizio.
Niente da fare, ma intanto qualche novità c’è: il Comune ha conferito incarico a un legale – il professor Michele Dionigi, con studio a Bari – per redigere un parere scritto pro veritate in ordine alla conferenza dei servizi preliminare richiesta dalla proprietà (Borgo Immobiliare Srl, facente capo alla famiglia Romanin – Caliandro) in data 11 aprile scorso. Per l’esperto giurista, che pare abbia già consegnato le sue riflessioni, una spesa di 5mila euro (oltre oneri, per un totale di 6.344 euro).
Il supporto legale, determinato dalla responsabile del Contenzioso Loredana D’Elia, è stato richiesto dai responsabili del Secondo settore (Attività produttive, Sviluppo economico e Suap) Glauco Caniglia e del Quarto settore (Urbanistica e assetto del territorio) Antonio Dattis per via della “particolare complessità della materia e della particolare e frastagliata situazione amministrativa pregressa afferente al bene oggetto di istanza”.
Una richiesta, quella dei responsabili, condivisa dallo stesso primo cittadino, che in data 9 maggio ha inviato una propria nota dichiarando urgente l’acquisizione della consulenza altamente specialistica. Consulenza che non avrebbe potuto essere garantita da personale interno all’ente, “nel cui organigramma non risultano presenti avvocati di ruolo e, quindi, unità di personale capaci di assicurare le medesime prestazioni”. La determinazione di conferimento dell’incarico è del 2 settembre, anche se è stata pubblicata soltanto l’altro ieri.
Quali sono le ragioni che hanno spinto il Comune a cercare un professionista esterno e ritenuto particolarmente competente? È presto detto: “(…) incertezze relative all’attuale destinazione d’uso del castello e agli interventi previsti, che hanno suscitato dubbi sia sulla corretta interpretazione della normativa vigente, sia sulle autorizzazioni necessarie, al fine di valutare in modo approfondito e tempestivo le implicazioni legali connesse”.
In soldoni: da quando nel 2007 i nuovi proprietari hanno acquistato dai vecchi proprietari – famiglia Martini – Carissimo – il monumento simbolo di Oria, non hanno mai fatto mistero di voler rientrare dall’investimento (circa otto milioni e mezzo di euro). L’idea originaria fu quella di farne una sala ricevimenti, ma quella strada non è parsa percorribile.
Dai lavori di restauro (e modifica) nacque anche una vicenda giudiziaria sfociata in condanne definitive (è ancora pendente un giudizio civile per i danni chiesti dal Comune). È relativamente recente il progetto museo come attività trainante, mentre ristorante, bar e bookshop trainate. Sarà compatibile con la normativa? Lo dirà, il prossimo anno, l’esito della conferenza dei servizi decisoria, nella quale confluirà il parere legale di cui sopra oltre ad altri pareri altrettanto qualificati delle istituzioni tenute a parteciparvi insieme con associazioni e cittadini interessati.
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