La Asl Brindisi, il 30 novembre, nel Polo universitario in piazza Di Summa, ha celebrato la Giornata nazionale Parkinson, promossa in tutta Italia dalla Fondazione Limpe, insieme alla Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento Limpe-Dismov. L’evento è stato organizzato dall’Unità operativa complessa di Neurologia dell’ospedale Perrino e dall’Associazione BrinParkinson, con il supporto dei medici del Centro disturbi del movimento, Francesca Spagnolo (immagine sopra), Emanuela Leopizzi e altri specialisti del settore (neuropsicologi e fisiatri).
Il Centro offre, dal 2017, tutte le terapie finora disponibili per il trattamento del Parkinson avanzato, permettendo al paziente e ai familiari, guidati dall’équipe, di scegliere il trattamento più adatto alle loro esigenze.
“La Malattia di Parkinson, patologia degenerativa e progressiva – ha detto il direttore della Neurologia Augusto Rini – è, tra le malattie del sistema nervoso centrale, la condizione a maggior crescita in termini di incidenza e prevalenza nella popolazione e sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria pandemia. Tale diffusione sembra solo in parte dovuta all’aumento dell’aspettativa di vita, e sicuramente altri fattori, genetici e ambientali intervengono nell’aumento dei casi che si sta registrando e che metterà a dura prova il sistema sanitario nei prossimi decenni”. Per Rini “educare il paziente, il familiare e i caregiver di coloro che soffrono di questa condizione, diventa quindi un fattore decisivo nel migliorare la gestione della patologia e nel contribuire al benessere del nucleo familiare”.
Durante l’incontro sono state anche presentate le terapie “device-aided” per la fase avanzata di malattia. Su questo tema Francesca Spagnolo ha sottolineato che “i dispositivi medicali di nuova generazione, come le pompe infusionali per la somministrazione sottocutanea di farmaci, garantiscono la stimolazione dopaminergica continua. Inoltre gli interventi neurochirurgici di stimolazione cerebrale profonda o DBS, permettono oggi un miglior controllo della fase complicata della malattia, con netto miglioramento della qualità di vita dei soggetti affetti e dei loro caregiver”.
Il confronto, che ha toccato anche altri aspetti della malattia, quali i disturbi cognitivi e psicoaffettivi del paziente e la riabilitazione (motoria, logopedica e cognitiva), ha riscosso una vivace partecipazione di coloro che affrontano quotidianamente le difficoltà relative alla malattia. La coordinatrice della Uoc Neurologia, Emanuela Capodieci, ha messo in evidenza, infine, “la dedizione di sempre più ampia portata, di tutto il personale operante, medici, infermieri, tecnici di neurofisiopatologia e oss, che rappresenta un obiettivo di vita e di impegno professionale”.