È scomparsa dal belvedere della cattedrale la cosiddetta panchina del bacio. Ci si può comunque baciare con lo “skyline” di Oria a far da sfondo, ma non su quella panchina.
La Soprintendenza ha dato ascolto alle segnalazioni: senza richiesta, non si può fare. Il Comune di Oria, dopo la sperimentazione, seguirà il percorso e chiederà tutti i permessi del caso. Poi, molto probabilmente, li otterrà. E la panchina tornerà al suo posto. Il difetto procedurale, se così si può definire, era stato avanzato, nei mesi scorsi da Franco Arpa – blogger e ispettore superiore della polizia di Stato in pensione – e in seconda battuta dai consiglieri di opposizione Lucia Iaia, Antonio Metrangolo e Attilio Ardito.
“Sapevamo che si sarebbe trattato di un esperimento e l’sperimento è andato anche bene, considerati i consensi riscossi e il valore aggiunto che quella panchina ha apportato alla nostra offerta turistica”, dichiara il sindaco Cosimo Ferretti.
Una panchina dell’amore o, meglio, del bacio era stata inaugurata nel giorno di Ferragosto nei pressi della basilica cattedrale di Oria “Maria Assunta in Cielo”. Il sindaco Cosimo Ferretti scoprì un segnale di obbligo con su scritto “Io amo Oria” e poi anche, con un pannello integrativo: “In questo luogo è obbligatorio baciarsi” (tradotto anche in inglese).
L’iniziativa era nata per caso dall’idea dell’amministratore di un gruppo facebook locale (Il mio paesello) Renato Spina ed era stata condivisa dall’amministrazione comunale, diversi rappresentanti della quale erano presenti per il fatidico momento della rimozione delle coperture dai segnali. Il sindaco, ma anche l’assessore ai Lavori pubblici Domenico D’Ippolito e il suo vice Michele Locorotondo.
D’Ippolito tenne subito a specificare come si trattasse di un’installazione temporanea e sperimentale. E la sperimentazione è terminata. La panchina è stata momentaneamente rimossa, ma dovrebbe tornare al suo posto una volta smaltiti i passaggi burocratici fatti di autorizzazioni e vincoli. Intanto, per l’estate ha prodotto un bel po’ di selfie e l’apprezzamento dei residenti. In fondo – ed è bene specificarlo, anche secondo loro – mica è dispiaciuta ai segnalatori delle difformità burocratiche.
Solo che le procedure andrebbero seguite e in quest’ottica la Soprintendenza ha dato ragione ad Arpa, il primo segnalatore. Oria è piena zeppa di vincoli: per chi costruisce una casa, per chi fa una terrazza, per qualunque cosa. Per essere a posto, è necessario chiedere alla Soprintendenza che, nel caso, dispone come fare. Così sarà anche per quella panchina.
Il sindaco Ferretti, ironicamente, dice: “Se e quando tornerà al suo posto, spero che ci si possano baciare insieme e appassionatamente anche i detrattori di un’iniziativa che, di fatto, non ha nociuto e non nuocerà ad alcuno. Non penso che in tal caso la Soprintendenza avrebbe da ridire, così come non penso che sia bello vantarsi di aver fatto rimuovere un qualcosa di bello e innocuo qual è una panchina dell’amore”.