Il caso: “In tabaccheria per pagare 26 centesimi di diritti al Comune, con commissioni di 2,50 euro. L’ente non potrebbe dotarsi di un Pos?”

I paradossi tutti italiani o italici, se si preferisce. Commercianti e professionisti hanno l’obbligo di dotarsi di Pos così da poterli pagare anche con carta di credito o di debito (bancomat, prepagata, ecc.). A volte, anche gli artigiani più virtuosi ne dispongono. A volte, queste categorie consentono di pagare le loro prestazioni col Pos, altrimenti ti fanno lo sconto se paghi in contanti. Ma questo è un discorso a parte. Comunque ce l’hanno perché devono avercelo. E gli enti pubblici?

Non sempre, anzi: quasi mai. Esempio pratico e plastico di come alcune cose funzionano nel Belpaese. Questa mattina, un professionista si reca in Comune a Oria e richiede un certificato di residenza per un suo cliente. Niente di strano: gli serviva per una procedura che non ha importanza ai fini di questo post.

Insomma, si reca in Comune e giustamente gli si chiedono 26 centesimi per ottenere quel certificato. Fruga nelle tasche, ma viene subito stoppato: “Qui non si accettano più pagamenti diretti, è necessario andare in una tabaccheria autorizzata, munirsi di ricevuta, mostrarla e quindi ottenere il certificato”.

Il professionista si reca in tabaccheria e paga i 26 centesimi più i 2,50 euro di commissione. Il primo paradosso è servito: costa più la commissione che il rilascio del certificato.

Il secondo paradosso è quello di cui sopra: possibile che – nell’era della digitalizzazione – lo Stato imponga da una parte ai privati di consentire i pagamenti elettronici e dall’altra consenta alle sue diramazioni (quali sono i Comuni) di esserne sprovvisti?

Il caso si è verificato a Oria ed è documentabile, ma si sarebbe ovviamente potuto verificare anche altrove. Perché, evidentemente, tra le tante storture nazionali si può annoverare anche questa: tu commerciante, professionista (se va bene, anche artigiano) devi consentire il pagamento con carta elettronica; io Comune posso non farlo e consentire allo Stato di guadagnarci sulle commissioni della transazione in tabaccheria o altro esercizio autorizzato (che ovviamente ha il Pos). Non si può dire neanche si tratti di un cane che si morde la coda, ma di un qualcosa che non ha né capo né coda.

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