Oria, assessore D’Ippolito: “Stadio? Ottimo per le cartoline, ma con tanti difetti. Io insensibile allo sport? Quelli di Futura non erano ancora nati…”

Nei giorni scorsi, è sorta una polemica politica circa le dichiarazioni dell’assessore ai Lavori pubblici Domenico D’Ippolito sul campo sportivo. Il rifacimento del campo sportivo e della pista d’atletica che circonda il terreno di gioco calcistico sono stati fortemente voluti dalla precedente amministrazione della sindaca Maria Lucia Carone grazie a un mutuo di circa un milione e 300mila euro a tasso zero (ma comunque da restituire). Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, D’Ippolito ha detto la sua: https://www.facebook.com/share/r/S3p8x5aq9ABAChTW/

L’assessore D’Ippolito

Un’opinione che non ha rinnegato, ma che ha spiegato in questi termini:

È stato estrapolato ad arte parte del mio intervento nell’ultimo consiglio comunale nel corso del quale cercavo di dare conto alla comunità in primis, ed ai consiglieri di opposizione circa la variazione di bilancio che abbiamo proposto per la votazione. Una delle voci di spesa più importanti è la previsione di ulteriori 200.000,00 euro circa da destinarsi all’adeguamento del campo comunale di Oria.

Già parlare di adeguamento rispetto ad un’opera consegnata al Comune pochi mesi fa dovrebbe far storcere il naso a più di qualcuno. Nel corso dell’intervento ho ribadito, qualora qualcuno se ne fosse dimenticato, che, come consigliere di opposizione, mi sono sempre fermamente opposto a quel progetto, che ritenevo incompleto, estremamente oneroso per le casse comunali e privo di una visione strategica circa la sua fruizione.

Da assessore con delega al ramo, poi, ho toccato con mano e dovuto risolvere la congerie di errori progettuali e lacune che ci hanno consegnato un’opera “monca”. Sia chiaro: per le foto su facebook l’azzurro della pista in contrasto con il verde prateria del manto erboso lo rende una cornice perfetta di selfie e foto a tema sportivo.

Ma sono chiamato ad amministrare quest’ opera e a risolvere quello che non va. Ad esempio, seppur accattivante nella scelta cromatica, durante l’ultimo sopralluogo effettuato da tecnici della Federazione Italiana Giuoco Calcio la struttura non è omologabile perché ha riscontrato diverse difformità rispetto alle norme federali.

Tradotto: sarà anche bello, ma quel campo, così com’è, non potrà più essere utilizzato per eventi ufficiali. Questo comporterà che l’Amministrazione, attingendo alle casse pubbliche comunali, dovrà dare seguito alle prescrizioni impartite ed adeguare l’impianto per le opere mancanti entro il 31 gennaio 2025. Ad esempio la pista di atletica, seppur accattivante ed emotivamente coinvolgente, non potrà essere utilizzata per competizioni federali perché chi ha pensato a quell’opera faraonica, ha dimenticato di dotare la struttura di blocchi di partenza ed ostacoli.

Pensate, un’opera da un costo complessivo di 1.900.000,00, sino ad oggi, abbisogna ancora di interventi per essere utilizzata.

Senza considerare che la gestione della struttura comporterà, annualmente, ulteriori denari pubblici per interventi ad attività non pesate in fase progettuale.

Senza considerare che si sarebbe potuto attingere a fondi pubblici statali (o almeno tentare), per evitare un impatto così pesante sulle casse comunali, almeno parzialmente.

Alle opposizioni, in consiglio comunale, ho cercato di illustrare tutte le criticità riscontrate e dare compiuta risposta alle spese necessarie per la fruizione dello stadio. Nonostante per le opposizioni quest’opera sia considerata come un bene necessario per la comunità sportiva oritana, hanno votato contro la proposta di variazione di bilancio, dichiarandosi contrari agli interventi necessari.

Gli amici di Futura, senza dar conto del voto contrario espresso a questi interventi necessari per la fruizione dell’impianto, hanno voluto disegnare, manipolandola ad arte, un’immagine del sottoscritto come poco sensibile alla tematica dello sport per il solo fatto di avere, come amministratore, espresso un concetto chiaro: i soldi pubblici vanno spesi con criterio e non sull’onda di un’ immotivata euforia o mania di protagonismo.

Ma hanno scelto l’obiettivo meno aggredibile da questo punto. Per questo ho deciso di accompagnare questo post con alcune immagini di una vita passata e consacrata allo sport, addirittura in tempi in cui, ahimé, i colori erano un po’ sbiaditi e non c’era la tentazione di essere immortalato solo per apparire.

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