Con una parole al confine tra atarassia e aponia, Francesca dice: “Vabbè, meglio alla mia macchina (tra l’altro, una bella macchina, Ndr) che a qualche bambino di passaggio; meglio oggi che la scuola non è ancora iniziata che tra qualche giorno quando la scuola sarà iniziata”. Senza considerare i pericoli da elettrificazione.
Di cosa parla Francesca? Della caduta, questo pomeriggio (martedì 10 settembre) intorno alle 16, di un palo dell’illuminazione pubblica arrugginito (e già segnalato al Comune) al quartiere Peraro, più precisamente in via Vittorio Veneto. Lì sorge una scuola elementare, anzi due (ci hanno spostato anche quella di viale Abbadessa) e anche un liceo scientifico; non troppo distante, un’altra scuola superiore.
I danni all’auto li reclamerà nelle sedi opportune, ma intanto lasciamo spazio al suo sfogo da cittadina con piena libertà di pensiero e di parola. Si ribadisce un concetto: quello di seguito è il suo pensiero, posto che per i danni subiti ha ragione da vendere perché non si è danneggiata da sola né qualcuno sarebbe in grado di danneggiarla a quel modo:
“Ormai a Francavilla si pensa solo al jazz e alle piste ciclabili…. Questa è la situazione in via Vittorio Veneto dopo una folata di vento. Un palo in metallo della luce arrugginito dalla parte inferiore è caduto prima sulla ringhiera della scuola Edmondo De Amicis danneggiandola e poi rimbalzando ha impattato anche danneggiando una vettura parcheggiata lì vicino. Fortunatamente non si trovava a passare nessuno e quindi è andata male solo alla proprietaria dell’auto parcheggiata… Una domanda sorge spontanea: e se fosse successo a scuola aperta ? E se ora qualcuno ora ci mette un piede in quel buco lasciato dal palo? Siamo stanchi di essere vittime di un’amministrazione assente, noi residenti inizieremo a denunciare alle autorità competenti ogni mancanza da parte dell’amministrazione comunale… Basta, il tempo delle promesse è finito, ora vogliamo i fatti e risposte concrete”.
È nei diritti di un cittadino elettore chiedere i fatti, è nei diritti di una madre e di un genitore temere per l’incolumità dei figli.