Lunedì 2 settembre 2024, i Rogazionisti ed in particolare i Padri di Oria ricorderanno P. Pantaleone Palma, nel suo 89° anniversario della morte. Una figura fondamentale nella storia dei Rogazionisti, delle suore Figlie del Divino Zelo e delle opere rogazioniste.
E’ stato il primo e principale collaboratore di Sant’Annibale Maria di Francia. La Congregazione di Oria vuole ricordarlo con una solenne celebrazione eucaristica alle ore 19,00 presieduta da Don Francesco Nigro, Vicario Episcopale della Diocesi di Oria e con un momento di preghiera e riflessione che si terrà presso la sua tomba.
Perché è importante per i Rogazionisti la figura di P. Pantaleone Palma?
Egli nacque a Ceglie M.ca il 15 aprile 1875 e fu ordinato sacerdote nel 1899. Volle approfondire la sua formazione culturale alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Messina. I suoi progetti cambiarono quando conobbe il religioso Annibale Maria Di Francia (canonizzato nel 2004) e la sua opera a favore degli orfani e dei poveri.
Chiese al suo Vescovo ed ottenne di entrare tra i Rogazionisti, divenendo il primo e principale collaboratore del Santo fondatore. Si rivelò essere un uomo geniale e intraprendente, infatti con il terremoto del 1908 che distrusse la città di Messina emerse il dinamismo di P. Palma, soprattutto con l’opera di ricostruzione del dopo sisma, quando P. Annibale trasferì la propria Opera ad Oria ed ebbe la gioia di avere al suo fianco sempre P. Palma: fu lui l’anima e il promotore della costruzione della Casa di Oria, del calzaturificio, della sartoria, della falegnameria, della tipografia e dell’officina meccanica in cui gli orfani imparano un lavoro.
Malgrado la salute fragile, il prete arrivato nel brindisino, territorio che conosce molto bene, non si risparmiò e mai si tirò indietro: predicò, confessò, tenne conferenze e riunioni, si occupò delle vocazioni e, soprattutto, fondò e riorganizzò le segreterie Antoniane per diffondere la devozione del pane di Sant’Antonio di Padova.
Sant’Annibale, prima di morire (1 Giugno 1917), lo nominò suo erede universale.
Questa scelta accrebbe in alcuni l’invidia e la gelosia nei suoi confronti creando un clima di sospetto. In seguito ad accuse infondate, fu deferito al sant’Uffizio e condannato nonostante le ritrattazioni degli accusatori: nel 1933, in seguito alla condanna, fu estromesso dalla Congregazione, sospeso dall’esercizio dei sacramenti e confinato alla Scala Santa (Roma) presso il convento dei Passionisti.
Padre Pantaleone si offrì come vittima per il bene della famiglia rogazionista, confidando unicamente in Dio, dichiarandosi sempre innocente, chiedendo la revisione del processo e la riabilitazione alla celebrazione della Santa Messa.
Il 6 agosto 1935, papa Pio XI gli concesse di tornare a celebrare la Messa, ma poco dopo, il 2 settembre 1935, padre Pantaleone morì improvvisamente. I suoi resti mortali, inizialmente sepolti presso il cimitero del Verano a Roma, sono stati traslati nel Santuario di Sant’Antonio di Padova a Oria il 12 settembre 2013.
Il 22 ottobre 2021, il cardinal Angelo De Donatis, Vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma, ha pubblicato l’Editto che segna l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione.