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Strada Bradanico – Salentina, qualcosa si smuove: varianti a San Pancrazio e nel Tarantino

La superstrada del Salento resta ancora un miraggio, eppure qualcosa – a scampoli – comincia a smuoversi lungo quell’ormai più famigerata che famosa Bradanico – Salentina ideale per collegare al meglio tre province così vicine e mal collegate, soprattutto tra comune e comune, quali sono Brindisi, Lecce e Taranto. I fondi a disposizione di Anas sono quelli che sono, quindi si procede con varianti sparse in ordine di spazio e tempo. Intanto, si sta procedendo a due importanti – sebbene limitati – interventi lungo l’asse Sava – Manduria – San Marzano, nel Tarantino, e lungo la Manduria – San Pancrazio per quanto concerne anche il Brindisino. In quest’ultimo caso, si potrà dire addio a quell’insolito troncone di strada statale a quattro corsie “monca” in quanto termina esattamente laddove cominciano i centri abitati manduriano da una parte, sampancraziese dall’altra.

Una prosecuzione sopraelevata consentirà letteralmente di scavalcare il centro abitato di San Pancrazio e immetterà direttamente, senza escursioni campestri, sulla provinciale San Pancrazio – Guagnano (Lecce). Un piccolo passo in avanti, anche se poi per puntare verso Lecce sarà comunque necessario – da quel versante – attraversare i centri abitati di Guagnano e Campi Salentina. Più tortuoso il percorso da Lecce a Taranto: Manduria, Sava, Fragagnano, Monteparano, San Giorgio Jonico. Paradossalmente, da Manduria in provincia di Taranto e dai comuni limitrofi – compresi alcuni della provincia di Brindisi come Erchie e Torre Santa Susanna – sarà più semplice andare a Lecce che a Taranto.
I lavori dei progetti di cui sopra sono stati completati, ad oggi, per una percentuale che sfiora il 70 per cento. C’è ancora tanto da fare per concluderli, collaudarli e consegnarli ma il cronoprogramma sarebbe stato finora rispettato, tanto che si pensa le inaugurazioni possano avvenire entro la fine dell’anno in corso. Quanto ai soldi stanziati e spesi, si parla di una cifra che oggi supera i 25 milioni di euro.
Non si può, per questioni finanziarie, ragionare nel complesso su di un’infrastruttura, la Bradanico – Salentina appunto, che circa 40 anni fa fu concepita come enorme e ambiziosa. L’opera fu considerata un potenziale fulcro dello stesso sviluppo dell’estremo Mezzogiorno, perché collegamenti e trasporti su gomma facilitati potessero contribuire a dare una mano a tutto tondo all’economia del territorio, comparto turistico compreso. Ci si limitò ad allacciare tra loro in maniera più o meno diretta i tre capoluoghi con le statali 7 e 613, che prevedono un passaggio di Brindisi. È singolare che le mete più gettonate dai vacanzieri in ciascuna delle province – si pensi alle località balneari ma anche ai borghi dell’entroterra – siano di fatto quelli più penalizzati dalla mancata realizzazione della Bradanico-Salentina. A suo tempo, infatti, la promessa fu che anche il resto del territorio (e non solo i capoluoghi) prima o poi avrebbe avuto un proprio comodo sbocco alle superstrade. Non è ancora così e chissà quando e se lo sarà, ma in fondo sempre meglio di tanto in tanto una variante piuttosto che il niente.

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