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Se ne va un pezzo di storia francavillese: addio a Pietro Tardio, maestro del confetto riccio

È stato tra i creatori di un’arte senza eguali: quella del confetto riccio, tramandata ai figli che a tutt’oggi ne vanno orgogliosi e ne fanno tesoro. Mestru Pietro Tardio, 84 anni (in foto, con suo figlio Gianni; allo stesso Gianni e ad Annamaria, Pompea e Nicola giungano le più sentite condoglianze), era un’istituzione a Francavilla Fontana e tali continuano e continueranno a essere le sue dolci creazioni, con in testa – per l’appunto – l’ormai celebre mandorla ricoperta di zucchero, oltre che la “cupeta” e tante altre leccornie.

Sacrificio e lavoro indefesso per quasi 60 anni della sua esistenza, l’hanno eretto a simbolo stesso di una comunità laboriosa e votata ai valori tradizionali della famiglia e del fare per guadagnare. Il suo modo di essere, affabile e generoso, schietto eppure sensibile, lo consegna alla storia di una realtà cui ha regalato molto e che ha saputo restituirgli tantissimo affetto.

Un “mito” nato in sordina, ai tempi in cui non esistevano i social ma esisteva soprattutto (o meglio, soltanto) il passaparola che nel suo caso ha saputo estendersi – per via della bontà di quanto proposto – sino ai comuni limitrofi. Una persona che sa di bontà e che tale ha saputo essere creando con le sue sapienti mani e il suo modo d’essere genuino – mai rustico – bontà senza tempo che ancora oggi sopravvivono agli anni, all’inesorabilità di quell’orologio e di quel calendario “tiranni”.

Alla tirannia della clessidra, che è scorsa persino per lui, mestru Pietro ha saputo contrapporre la tranquillità del suo saper fare. Ha faticato tanto, ma ha saputo senz’altro godersi i frutti – famiglia compresa – di così tanto faticare. Sempre senza fretta, perché il buono ha i suoi tempi per essere davvero buono: troppo zucchero, “sdigna”; poco zucchero, “rrappa”. Una vita dolce il giusto, amara quanto basta.

In un mondo nel quale difettano ormai gli artigiani, nessuno dimenticherà del suo essere un maestro Artigiano. Sì, con la A maiuscola. La formattazione che spetta a chi magari non sapeva neppure cosa fosse una formattazione, ma ha formattato – oltre che deliziato – generazioni e generazioni.

I funerali saranno celebrati domani alle 16 nella chiesa del Carmine.

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