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Intermodale, ancora niente da fare: tanti ne parlano, nessuno lo vuole. Nuova asta deserta

L’ennesima fumata nera. Nessuno ha mostrato interesse concreto per acquisire il centro di carico intermodale e di servizi commerciali e reali – o ciò che ne resta – in contrada Tiberio a Francavilla Fontana. Questa volta ci si era illusi: nei mesi scorsi, quattro imprese sembravano poterselo contendere e invece, durante la gara dello scorso 15 luglio in Comune non se n’è presentata neppure una per formalizzare un’offerta qualsiasi.

Le condizioni tecnico-economiche poste dal Comune sono state, evidentemente, ritenute poco appetibili. La cattedrale nel deserto fra le cattedrali nel deserto resterà ancora tale, sperduta tra le campagne della Città degli Imperiali e soprattutto improduttiva. Nessuno ha ritenuto di chiederne il diritto di superficie per 50 anni, con opzione d’acquisto. L’ente chiedeva quattro milioni e 750mila euro per privarsi di un bene – tre capannoni, una struttura per gli uffici e un piazzale per la sosta degli automezzi – che finora ha prodotto soltanto spese e nessun introito.

Prima di muovere il passo dell’asta vera e propria, il Comune aveva promosso una consultazione preliminare di mercato conclusasi a fine settembre dello scorso anno con quattro imprese interessate a fruire di quello che avrebbe dovuto essere un’opera pubblica pensata a fine anni ’90 per lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli costata fior di quattrini – circa otto milioni di euro – ma mai entrata in funzione. Nei mesi passati si era ipotizzato che quell’area piuttosto estesa – complessivamente 7,5 ettari circa – potesse risultare ideale per imprese della logistica, anche in considerazione della sua collocazione baricentrica tra le province di Brindisi, Taranto e Lecce e del suo “affaccio” quasi diretto alla statale 7 che collega in maniera diretta il capoluogo adriatico e quello ionico.

“Il risultato della consultazione – secondo il sindaco Antonello Denuzzo – conferma che per l’ex intermodale non è scritta la parola fine. Siamo convinti che questa struttura mai entrata in funzione possa ancora ritagliarsi un ruolo strategico per lo sviluppo del territorio”, aveva dichiarato – speranzoso – il sindaco Antonello Denuzzo.

Quest’ultimo e le sue amministrazioni – sia quella precedente che l’attuale – hanno tentato in diverse occasioni di piazzare al miglior offerente la struttura, ma sempre senza successo.

D’altra parte, quei locali sono stati in più occasioni negli anni vandalizzati e saccheggiati, anche se oggi dispongono di un impianto di videosorveglianza ad alta risoluzione e riconoscimento delle targhe collegato con la centrale operativa della polizia di Stato (installato in collaborazione tra amministrazione comunale e Consorzio Asi). Quasi sicuramente ci saranno altri tentativi, col Comune ad ogni modo costretto ad adattare al ribasso le condizioni per la cessione di un bene che rappresenta un fardello. L’obiettivo è quello di ricavarne qualcosa in termini di affitto nella speranza, un giorno, di venderlo proprio. L’idea di fondo resta sempre quella: all’ente non serve e non è mai servito, possibile che proprio nessuno sappia cosa farsene?

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