Una cosa è certa: a Oria, i piccioni ci sono, proliferano e rappresentano un problema. Lo si nota, lo si sente. Di guano è pieno dal centro storico alle periferie. Ne è a conoscenza la giunta guidata dal sindaco Cosimo Ferretti che, per il momento, ne ha preso atto e studia soluzioni compatibili con la tutela dei volatili.
“A causa di una totale assenza di strategia e di attenzione al problema negli ultimi anni – si legge in una recente delibera dell’esecutivo – la presenza di colonie di piccioni nel contesto urbano di Oria ha raggiunto livelli allarmanti, causando notevoli problemi dal punto di vista ambientale e della salute pubblica”.
Principalmente due le location caratterizzate da una maggiore infestazione: borgo antico e “zone intorno agli uffici Asl e alla stazione dei carabinieri di via Frascata”.
Si ribadisce come i colombi non siano soltanto simboli di pace, ma anche e forse soprattutto portatori di diverse malattie trasmissibili all’uomo, come l’ornitosi, la salmonellosi e altre patologie respiratorie. Inoltre, possono danneggiare edifici e monumenti storici, facendo aumentare i costi di manutenzione e pulizia per le finanze pubbliche.
Ciononostante, si è in presenza di una specie protetta perché i piccioni sono assimilati agli animali selvatici, ai quali – secondo normativa – non si può cagionare una lesione per crudeltà o senza necessità. La pena, in caso contrario, oscilla tra i i tre e i 18 mesi di reclusione ovvero una multa da cinque a 30mila euro.
E allora che si fa? Si pensa ad “azioni mirate e non estemporanee, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini e la salubrità dell’ambiente urbano in maniera permanente”, peraltro “in maniera egergica” ma “rispettosa dei dettami normativi”.
Quindi, per ora, si procederà con una mappatura dettagliata elle aree maggiormente colpite dalla presenza dei piccioni, con una pianificazione e attuazione di interventi specifici per la riduzione della popolazione di piccioni, con una promozione di campagne di sensibilizzazione e informazione tra i cittadini riguardo alle misure da adottare per evitarne la proliferazione, con l’attivazione di collaborazioni co Asl e enti/operatori/associazioni competenti per garantire un approccio integrato e multidisciplinare alla problematica, assicurando il benessere animale, con un monitoraggio costante dell’efficacia degli interventi effettuati, predisponendo report periodici da sottoporre alla giunta comunale per valutare ulteriori azioni correttive.
Di fatto, quindi, si procede a uno studio del fenomeno. In seguito, ma a stretto giro, si procederà con soluzioni di contenimento – senza sterminio – quali possono essere dissuasori fisici e acustici oltre che, nel caso, l’impiego della falconeria. Secondo la catena alimentare, i falchi non solo uccidono i piccioni ma li impauriscono tanto da farli allontanare dai luoghi abitualmente frequentati. Non si farà comunque ricorso a veleni o soluzioni cruente.
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