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Presunti corruzione e altri reati a Erchie, se ne riparla a ottobre: abbreviato per due, per gli altri si deciderà sul rinvio a giudizio

Se ne riparlerà a ottobre. Come disposto dal gup Simone Orazio, è slittata l’udienza preliminare per il cosiddetto terremoto giudiziario che, di fatto, fece saltare, a inizio anno in corso, l’amministrazione comunale di Erchie per tutta una serie di reati ipotizzati a carico dell’ex sindaco Pasquale Nicolì e della sua giunta – nessuno escluso – oltre che a carico di figure che intorno a quell’amministrazione in qualche modo ruotavano.

Hanno chiesto l’abbreviato l’ex responsabile dell’Area tecnico-amministrativa del Comune Ciriaco Ciro Pasquale (di Taranto) e il sociologo Leonardo Palmisano (di Bari) legale rappresentante della cooperativa sociale “Radici Future” cui fu affidata la gestione della biblioteca comunale. Loro due saranno giudicati “allo stato degli atti”, senza quindi approfondimenti processuali. L’accusa ha chiesto due anni per Pasquale e quattro anni per Palmisano.

Seguiranno il rito ordinario, invece, gli altri imputati qualora saranno rinviati a giudizio. Sono già costituite le parti civili, tra le quali spicca il Comune di Erchie (con l’avvocato Pasquale Annicchiarico, indicato ai tempi della gestione straordinaria del vice prefetto Antonio Giaccari). L’ente – qualora fossero provate – si sente danneggiato dalle condotte tenute da chi l’ha amministrato fino a pochi mesi fa.

I reati contestati sono a vario titolo: concussione e tentata concussione, abuso d’ufficio in concorso e atti persecutori, tutti aggravati dall’aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità, raccolta-trasporto-abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi e violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto contro un incaricato di pubblico servizio e dall’aver abusato di autorità e relazione d’ufficio.

Lo scorso 9 gennaio, i carabinieri eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip del Tribunale di Brindisi Barbara Nestore – su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Negro, Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro – nei confronti del primo cittadino Nicolì e dell’assessore Vito Oronzo Bernardi, mentre per l’assessora Pamela Melechì e per Paquale scattò il divieto di dimora nel territorio comunale. Sotto indagini finirono anche il vice sindaco Giuseppe Polito e l’altra assessora Lina Ferrara. Nel procedimento è coinvolta l’intera ex Giunta ercolana. Fu in seguito chiesto il rinvio a giudizio pure per il sociologo Leonardo Palmisano (di Bari) e per Cosimo De Stradis (un cittadino che avrebbe beneficiato dei favori di Bernardi). Palmisano è accusato, con Nicolì e Melechì, di concorso anomalo in concussione nell’affidamento alla coop Radici Future, di cui è legale rappresentante, della gestione della biblioteca comunale.

Al centro della vicenda giudiziaria vi è la gestione del Comune praticata da Nicolì e dai suoi sin dalla vittoria elettorale del settembre 2020, una gestione che – secondo la pubblica accusa – non avrebbe tenuto conto della netta separazione tra le sfere dell’indirizzo politico e delle competenze amministrative in senso stretto in capo ai funzionari comunali. In sostanza, l’ex primo cittadino e i suoi avrebbero imposto decisioni prevaricando il ruolo dei responsabili di settore (che denunciarono le presunte condotte illecite, dando il “la” alle indagini).

Oltre al Comune, sono costituiti parti civili l’ex responsabile dell’Area servizi Antonio Gigli, l’ex segretaria comunale Maria Chiara Sanfrancesco, il dipendente comunale Carmelo Ciccarese, l’ex funzionaria Lucia Fanuli, il dipendente comunale Gianluca Prete, il dipendente comunale Cosimo Giuseppe Carrozzo, un’ex volontaria del servizio civile presunta vittima di violenza sessuale subita da Bernardi (con l’avvocato Michele Iaia del Foro di Bari), la cooperativa sociale L’Albero Azzurro. I legali delle parti civili sono, oltre a Iaia, gli avvocati Massimo Manfreda, Francesco Mancini, Giuseppe Sorio, Serena Missere.

Gli imputati sono invece difesi dagli avvocati Egidio Albanese (ex sindaco Nicolì ed ex suo vice Polito), Cosimo Lodeserto (ex assessora Melechì), Francesco De Rinaldis e Giancarlo Camassa (ex assessore Bernardi), Antonio Vitulli del Foro di Bari (ex assessora Lina Ferrara), Maria Pia Vigilante del Foro di Bari (Leonardo Palmisano), Pasquale Fistetti (Cosimo De Stradis). Se ne riparlerà comunque il prossimo 15 ottobre: sentenze per gli abbreviati, rinvii a giudizio o proscioglimenti per gli altri imputati.

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