Dall’Argentina a Oria alla ricerca delle proprie radici. Un classico esempio di turismo delle radici quello di Silvana Roma, nata a Buenos Aires da genitori di origini italiane, che nei giorni scorsi ha trascorso una settimana nelle città federiciana per conoscere i luoghi in cui vissero i suoi avi. La nonna paterna, Lucrezia Ariano, visse nel Brindisino fino all’età di 18 anni. Nel 1931 emigrò in Argentina, invitata da due zii materni, insieme col fratello Michele. Da allora non tornò mai più in Italia.
Nell’occasione, Silvana, che nella capitale argentina è titolare di un’ottica, ha potuto conoscere di persona e abbracciare per la prima volta i parenti e in particolare Leopoldo Massa e Pasqualina Mazza, suo trisavoli paterni. Ha avuto anche modo di visitare la “sua” Oria e – sempre accompagnata dal suo cugino Franco Arpa, autore in 20 anni di numerose ricerche sulle migrazioni oritane – località pugliesi come Alberobello e Lecce.
La ricerca delle proprie radici da parte di Silvana non si limita a Oria, se si considera che nei prossimi giorni si recherà in provincia di Milano, a Sedriano, dove nacque l’altro bisnonno paterno. Silvana è stata sempre a conoscenza delle origini oritane della sua nonna Lucrezia, grazie a uno scambio epistolare tra quest’ultima e i suoi genitori fin quando essi sono stati in vita. Nel 1972 potè riabbracciare il prozio (fratello della nonna Lucrezia) Leopoldo Ariano giunto in Argentina da Oria.
Impresa più ardua è stata invece quella di risalire al luogo di nascita del bisnonno paterno di cognome Roma, poiché fino a poco tempo fa non era in possesso di dati certi, eccetto la probabile regione di provenienza: la Lombardia. L’intraprendenza, unita alla conoscenza degli strumenti informatici, l’ha portata a contattare vari comuni della Lombardia per scoprire che il suo avo Carlo Ambrosio Roma nacque proprio a Sedriano il 7 ottobre 1876. In quella località Silvana spera di poter conoscere qualche lontano parente e, chissà, farsi fotografare davanti alla casa dove nacque il bisnonno, così come ha potuto fare ad Oria, davanti al civico 22 di Via Francavilla, ove nacque nonna Lucrezia.
L’emigrazione oltreoceano costituisce certamente uno degli aspetti più caratterizzanti della storia del secolo scorso dell’Italia e in particolare del Sud Italia. All’indomani dell’Unità d’Italia molti, spinti dalla condizione d’ndigenza, cercarono fortuna in America. Lo spostamento assunse enormi proporzioni dal 1900 al 1930 a causa anche degli effetti della prima guerra mondiale. L’integrazione non fu comunque tutta rose e fiori.
L’Argentina fu il paese dell’America che accolse nel miglior modo quella massa di persone grazie a politiche migratorie aperte, considerate importanti per il progresso del Paese. I pugliesi e in questo caso s’inserirono come artigiani e operai o anche come gestori di ristoranti e pizzerie. Per quanto concerne Oria, i Massa, gli Ariano, i Cozzetto erano bravi parrucchieri; i Corrado erano raffinati sarti; i Pomarico fabbricavano strumenti musicali; i Perrucci e i Di Summa gestivano locali pubblici.
La maggior parte di essi si stabilì nella zona di Buenos Aires, dove tuttora vivono molti dei loro discendenti anche se si registra la presenza di nuclei in altre zone, come San Juan, Tucuman e Mar del Plata. Negli anni, i legami con i parenti e familiari rimasti a Oria sono sempre stati forti e forte è sempre stato il desiderio di farvi ritorno, per brevi periodi o, in alcuni casi, definitivamente. Si ha notizia, grazie ad alcune memorie storiche, che certamente fino agli Ottanta del secolo scorso a Buenos Aires esisteva una vera e propria comunità di oritani e loro discendenti. Erano un po’ tutti in contatto fra di loro e si riunivano in occasioni più o meno importanti, tipo feste di matrimonio, cresime, battesimi, ecc. La famiglia più numerosa, i Corrado (composta da Cosimo Corrado, la moglie Tommasina Braccio ed i 7 figli Giulio Vanini, Bruno, Baldo, Quinto Mario, Irene, Pasqualina e Filomena) emigrò al completo fra il 1920 ed il 1930.
Oggi il processo di integrazione per i discendenti dei primi emigranti oritani può dirsi realizzato (ormai si è giunti alla quinta o sesta generazione) ma rimane comunque ancora forte il legame con la terra degli antenati, come pure può dirsi forte la voglia di ricercare proprie radici a Oria.