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Assalto al portavalori, erano “professionisti” del settore: difficilmente gente del posto. Il blindato trasportava in banca circa quattro milioni di euro

Se in qualche modo per alcuni il crimine può essere considerato una professione, i rapinatori di ieri lungo la superstrada Brindisi – Lecce possono essere considerati dei professionisti. Dopo aver sicuramente architettato il colpo a tavolino, tutto è probabilmente andato – sul piano operativo e della fuga – come avevano immaginato. Le forze dell’ordine cercano in ogni caso qualche sbavatura che possa condurle a identificare il commando, che ha fatto fuoco – solo a scopo intimidatorio, senza lasciare feriti sul campo – con fucili mitragliatori: colpi in aria e contro i due furgoni blindati presi di mira, uno dei quali viaggiava scarico.

Erano le 8.30 di ieri (giovedì 4 luglio) e uno dei mezzi del Gruppo Battistolli aveva, prima, prelevato qualcosa come circa quattro milioni di euro da Brindisi per trasportarli in sicurezza a una banca di Lecce. Qui quei soldi non sono mai arrivati, perché una banda di dieci uomini incappucciati ha deciso d’impossessarsene.

Lungo la superstrada in entrambe le dizioni sono stati collocati e incendiati – a mo’ di sbarramento – nove veicoli, tra i quali un furgone, presumibilmente rubati. Si era all’altezza dello svincolo per Torchiarolo, probabilmente un punto non scelto casualmente.

Dopo aver fatto scendere le cinque guardie giurate dai blindati – tre in quello carico, due in quello scarico – i banditi hanno issato il mezzo con un cric l’hanno fatto esplodere dal basso, poi si sono guadagnati uno squarcio nella blindatura arraffando tutte le banconote possibili prima che si macchiassero d’inchiostro indelebile.

Una parte del malloppo è andata bruciata, un’altra (circa 300mila euro) persa durante la fuga tra le campagne. Ciò ch’è rimasto ai rapinatori sarebbe stato comunque un importo di circa tre milioni di euro. Niente male. Gli investigatori sono al lavoro per risalire agli autori del colpaccio – impossibile meno di dieci uomini – ipotizzando non si trattasse di gente del posto, ma comunque di specialisti. Chissà che in passato non abbiano messo a segno azioni analoghe, magari in altre parti d’Italia.

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