Falsi braccianti e società agricole per ottenere disoccupazione e sussidi: in 79 affronteranno il processo

Si potrebbe dire: la fabbrica dei falsi braccianti agricoli, che ruotava intorno a un intraprendente ragioniere. La gup del tribunale di Brindisi Vilma Gilli ha rinviato a giudizio 79 persone accusate, a vario titolo, per truffa aggravata continuata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (indennità di disoccupazione agricola e assegni per il nucleo familiare), omesso versamento da parte del datore di lavoro delle ritenute previdenziali e assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 21 novembre alle 12 e in aula ci sarà un viavai d’imputati e difensori.

Le indagini della guardia di finanza, coordinate dal pubblico ministero Francesco Carluccio della Procura di Brindisi, si concentrarono su di un arco temporale compreso tra il 2017 e il 2021. Un periodo nel quale fu scoperto un presunto sistema di false società agricole create ad hoc per frodare Inps, Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) e Agenzia delle entrate. In alcuni casi, imprenditori e braccianti avrebbero sfruttato le società finte per ottenere le indennità di disoccupazione, mentre continuavano a utilizzare i propri terreni o a svolgere le proprie attività lavorative altrove.

L’organizzatore del tutto sarebbe stato un ragioniere e consulente del lavoro con studio a Francavilla Fontana, Antonio De Franco, per il quale si procede separatamente ma il cui nome figura anche negli atti di questo procedimento. Lo scorso anno, era il 4 maggio, nei confronti del consulente – già in carcere per questioni simili – fu eseguita un’ordinanza di custodia cautelare e sotto indagine finirono ben 104 persone; furono sequestrati anche beni e quote societarie per circa 600mila euro.

L’inchiesta fu lunga e articolata – fatta di appostamenti, pedinamenti, intercettazioni sia telefoniche che ambientali – e condusse a scoperchiare una sorta di vaso di Pandora diffuso in diversi comuni o, meglio, diverse campagne e residenti della provincia di Brindisi: Francavilla Fontana, ma anche, scorrendo a caso, Brindisi, Latiano, San Vito dei Normanni, Ceglie Messapica, Carovigno, Fasano.

Il presunto marchingegno escogitato da De Franco avrebbe funzionato per anni, fino a quando i finanzieri e il Nucleo ispettorato dei carabinieri non cominciarono a effettuare controlli mirati e ad approfondire alcune posizioni e questioni. Secondo la pubblica accusa, qualcuna tra le persone sottoposte a indagini non avrebbe neppure saputo come s’impugna una zappa o come, in generale, si fatica tra i campi.

Sempre stando al castello accusatorio, ditte individuali e società si sarebbero anche scambiate – per così dire – favori fiscali grazie a fatture utili ad abbattere imposte sui redditi e Iva. Le percezioni indebite di sussidi e le evasioni fiscali sarebbero ammontate a svariate centinaia di migliaia di euro, che le “persone” offese – costituendosi parti civili – potranno dall’udienza preliminare in poi chiedere indietro oltre a reclamare i danni.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Bartolo Gagliani, Michele Fino, Lolita Maria Buonfiglio Tanzarella, Leonardo Conserva, Annalisa Di Bello, Angelo Prete, Cosimo De Leonardis, Domenico Attanasi, Marcello Di Summa, Giovanna Chionna, Francesco Ricci, Donato Manelli, Cataldo Gianfreda, Francesco Leporale, Giorgia De Vincentis, Mauro Durante, Francesco Ricci, Giosuè Rodia, Giuseppe Guastella, Cosimo Siliberto, Cosimo Letizia, Roberto Itta.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com