Ex intermodale, ci sono interesse e anche dubbi: prorogato il termine della gara

È stato prorogato dal 30 giugno al 12 luglio il termine di partecipazione alla “Gara per la costituzione di diritto di superficie, con opzione di acquisto, sul fu centro di carico intermodale e di servizi commerciali e reali”. Sono giunte osservazioni che, secondo il dirigente dei Servizi finanziari, vale la pena di approfondire per fornire risposte le più adeguate possibili. Qualcosa, insomma, non torna e andrebbe meglio specificato.

La notizia è che pare ci siano imprese finalmente interessate ad acquisire e sfruttare la cattedrale nel deserto delle cattedrali nel deserto della Città degli Imperiali e forse dell’intera provincia di Brindisi: sul finire degli anni ’90 un investimento logistico di Serie A, oggigiorno qualcosa di mai entrato in funzione e simbolo dello spreco di denaro pubblico (sia quello impiegato per realizzarlo, sia quello sprecato per manutenerlo).

Nel recente passato, in più occasioni si è cercato di trovare una soluzione-tampone ma finora nulla di quanto ipotizzato è, alla fine, andato in porto. Il fu centro di carico intermodale o interporto che dir si voglia potrebbe diventare qualcosa di diverso rispetto a un centro di smistamento di prodotti ortofrutticoli a cavallo tra le province di Brindisi e Taranto. S’ipotizza possa trasformarsi in un centro logistico a servizio d’importanti aziende pronte a scommetterci e soprattutto a investirci su. Non più tardi di un paio d’anni fa, si era ventilato persino un interesse da parte del colosso del commercio online Amazon. Ipotesi suggestiva, ma da escludersi. Il Comune ha fissato il prezzo di cessione in quattro milioni e mezzo di euro circa.

Gli interessati, comunque, ci sarebbero e uno di essi ha presentato osservazioni ritenute degne non soltanto di replica ma addirittura di un supplemento di studio da parte del Comune.
In particolare, lo scorso 27 giugno è stata protocollata a mezzo Pec una nota con la quale si chiedono in modo esplicito chiarimenti distribuiti in vari punti.

Al punto primo si chiede se l’ente voglia riconoscere al concessionario del diritto di superficie la ripetizione dei canoni pagati prima della dichiarazione di agibilità del fabbricato (tra la data di aggiudicazione/consegna dell’immobile e la certificazione da parte dell’ente del compimento a regola d’arte dei lavori di riqualificazione), dato che “le ingenti risorse economiche verrebbero senza ritardo tutte riversate sulla esecuzione dei lavori da avviarsi e completarsi in circa due anni”.

Al secondo punto, si fa riferimento a una perizia di stima tra i cui atti non comparirebbe il certificato di destinazione urbanistica delle particelle catastali componenti l’unità oggetto del bando. “Nella parte descrittiva della perizia – è scritto nelle osservazioni – l’area risulta tipizzata come zona agricola sebbene la previsione del Piano regolatore generale riconduca ad area a servizio Pip. Alla scrivente – si legge inoltre – risulta una variazione urbanistica puntuale dalla quale evincersi la natura commerciale dell’area per quanto la destinazione iniziale fosse di servizi per la logistica commerciale”. Si chiede dunque di avere indicazioni precise riguardanti il puntuale “utilizzo” dell’immobile.

Sorge poi qualche dubbio circa le superfici: la perizia di stima le quantifica in 15.512 metri quadri, ma l’intero lotto è esteso per 70.553 metri quadri. Si chiede: quale destinazione per l’area residuale di 55.021 metri quadri? Inoltre, un particella risulta intestata a un terzo soggetto e se ne chiede conto.
Il punto cinque recita così: “Il bando al punto 2 prevede la realizzazione con spese a proprio carico delle opere volte al recupero funzionale e all’agibilità della struttura.

Si chiede quali modifiche strutturali siano consentite rispetto all’esistente, se siano prevedibili incrementi di cubatura per la migliore fruibilità dell’immobile e sei i volumi esistenti possano godere di una diversa distribuzione funzionale.
Infine, il punto numero sei. Il bando di gara prevede l’esercizio dell’opzione d’acquisto successivamente alla costituzione del diritto di superficie, senza previsioni temporali. In caso di opzione per l’acquisto, i conti non tornano a causa di un risultato “matematicamente errato”: non 4.070.762 euro, ma 3.409.198,67 euro.

Questioni ritenute di “estrema rilevanza e complessità” che necessitano di un supplemento temporale per consentire agli interessati di partecipare alla gara con piena consapevolezza di termini e condizioni.

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