Si esprime così Alessandra Vacca, coordinatrice Udc Francavilla, sulla presunta spaccatura nella maggioranza del sindaco Antonello Denuzzo:
Avevo deciso di non intervenire sul caso -politico – sollevatosi in seguito all’interrogazione presentata, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, da una esponente del PD e contenente una durissima denuncia circa paventate responsabilità di servizi sociali e polizia locale sul recente tragico decesso di un nostro concittadino.
Io non sono intervenuta e non interverrò nel merito di quest’ultima vicenda, che, a mio sommesso avviso, merita un rispetto autentico.
Da semplice cittadina, come tutti, scossa dalla perdita subita dalla nostra comunità, oltre ad esprimere il mio cordoglio, mi limito all’auspicio che, chi di competenza, abbia adottato ogni strumento utile per evitarlo e che, nelle opportune sedi, possa dimostrarlo.
Intendo, invece, commentare le ultime dichiarazioni del Sindaco Denuzzo, il quale, a margine di un intervento in cui espone alla cittadinanza la possibilità di richiedere, al Comune, un contributo per gli affitti, si arrampica -e scivola- sugli specchi, nel goffo tentativo di travisare un dato oggettivo e certificato: la spaccatura, interna alla maggioranza, con il suo azionista principale, il Partito Democratico.
E, da navigato equilibrista, il nostro Sindaco fornisce una lettura completamente stravolta di quanto, di grave, è accaduto nella massima assise comunale, ovvero che una consigliera di maggioranza (la sua maggioranza!), ha -nuovamente- manifestato tutto il suo disappunto nei confronti dell’operato dell’amministrazione bicefala PD-Denuzzo.
La Consigliera Latartara, certamente sì, con coraggio politico, ha pronunciato parole molto dure, ma, di fatto, in maniera chiara ed inequivocabile, ha espresso tutto il suo rammarico, il suo sdegno e la sua contrarietà nei confronti di un governo cittadino di cui non solo non condivide l’indirizzo di residenza, ma ne denuncia, pubblicamente, a microfoni accesi, l’operato.
La pieddina non si è solo limitata, come sostiene Denuzzo, ad interpretare il suo ruolo di consigliera comunale, si è spinta ben oltre: ha avuto l’istinto (o, meglio, lo stomaco) di infrangere gli indigesti accordi pre-nuziali di un “matrimonio rato non consumato” aprendo, o, meglio, aggravando, una profonda quanto prevedibile crisi politico-amministrativa che non può essere così maldestramente mascherata, travisata o dissimulata.
E, dall’altra parte, non si può puntare continuamente il dito contro la maggioranza a cui si appartiene, salvo poi, un attimo dopo, dichiararle appoggio incondizionato. Delle due, l’una.
L’ennesima manifestazione della perduta capacità di tutta la nostra classe politica di assumersi le proprie responsabilità non può essere ridotta ad una chiacchiera da bar o all’impeto estemporaneo di taluni.
Con profondo senso di responsabilità, anche a costo di risultare impopolari o di perdere consensi, si cominci a riflettere, tutti, con serietà e senso delle istituzioni, sulla direzione da tracciare e da intraprendere per riportare questa Città su una rotta sicura, stabile, coerente e credibile.
Se una crisi c’è, va dichiarata e affrontata.
Se non c’è, bisogna dimostrarlo, a microfoni accesi e, soprattutto, spenti.