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Scricchiolii in maggioranza, Pappadà (Azione): “Commedia all’italiana, ma non si fa il bene della città. Cartello elettorale non ha mai funzionato”

A seguito degli scambi di vedute interne alla maggioranza del sindaco Antonello Denuzzo, con il botta e risposta tra la capogruppo Pd Alessandra Latartara e l’assessore Giuseppe Bellanova, si esprime sul caso Francavilla il segretario provinciale di Azione, anch’egli francavillese, Raffaele Pappadà:

Negli anni ’80/’90, il cinema italiano produceva film che non avevano la pretesa di vincere l’Oscar, ma di fare cassa e, se possibile, di divertire gli italiani, mettendo in risalto virtù e vizi (soprattutto) di noi italiani. Quel filone di film fu etichettato come “commedia all’italiana”. Ora, prendendo spunto dal cinema, noto che anche a Francavilla Fontana la politica locale sta producendo un bel film tipico della commedia italiana, dove virtù (poche) e vizi (tanti) la stanno facendo da padroni.

Cerco di far comprendere la questione. Pochi giorni fa veniva riportato sui social un attacco della capogruppo del PD all’assessore ai servizi sociali, alla Polizia Municipale e ai Servizi Sociali per la morte di un nostro sfortunato concittadino. Su questo evento non voglio scrivere nulla perché non conosco i fatti; eventualmente ci saranno altri con competenze specifiche a verificare il tutto. Mi voglio, invece, soffermare sull’aspetto politico della vicenda.

Quest’amministrazione è nata da un accordo elettorale tra il PD e una parte della vecchia amministrazione. Che tra il PD e quella parte della vecchia amministrazione i rapporti (politici) non siano mai stati idilliaci si sapeva, ma si sperava (per i francavillesi, ovviamente) che i contrasti fossero stati superati. Tuttavia, non sembra essere così. Come dicevo, l’attacco “politico” della capogruppo ha lasciato perplessi un po’ tutti; almeno a me ha fatto quest’effetto. Se quanto dichiarato dalla capogruppo fosse stato scritto dall’opposizione, forse qualcuno avrebbe detto: “Ecco, un atto di sciacallaggio”; invece, qui l’attacco viene dall’interno e in genere certe vicende si chiariscono in una riunione di maggioranza. Appare evidente che qualcosa non funzioni.

Ho aspettato finora per comprendere gli sviluppi politici della vicenda e devo dire che hanno confermato i miei dubbi. C’è stata la risposta ecumenica dell’assessore ai servizi sociali che sembra frutto di “tanti pensieri” e poi la risposta di ieri del sindaco alla vicenda. Bene, è proprio quest’ultima che imbarazza di più. Eravamo abituati ai silenzi del sindaco su tante questioni, anche meno imbarazzanti (politicamente) di questa; invece, fa un post dove accarezza entrambe le parti, come dire: “sono bravi ragazzi, una si fa prendere dalla passione, l’altro è una risorsa”. Ma Sindaco, l’assessore ai servizi sociali è espressione della sua lista civica e l’attacco politico è anche a lei. Mi sono chiesto: sarà frutto, forse, di una paura? Forse prendendo posizione si rischiava di far crollare tutto il castello di carte? Secondo me sì, perché di questo si tratta: di un castello appoggiato su gambe fragili.

Appare evidente che si tratta di una maggioranza nata non per una convergenza politica, ma frutto di un cartello elettorale, dove ognuna delle parti aveva un’idea precisa: una parte mantenere lo status quo e l’altra ritornare a Castello Imperiali. Per carità, non faccio quello che cade dalle nuvole, ci sta, non è il primo caso, ma quello che preoccupa (per la città) sono le diversità politiche che non sono state accantonate e che ogni tanto riemergono in maniera forte. Allora ha senso continuare così? Se l’obiettivo è mantenere lo status quo si comprende, ma non si giustifica e non si sta facendo il bene della città. Allora non sarebbe meglio certificare il fallimento dell’esperienza e tornare alle urne? Secondo me si. 

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