Come in un processo penale vero, ma fortunatamente – soprattutto per l’imputato – si trattava di una simulazione. Studente e studenti del liceo classico “Vincenzo Lilla” di Francavilla Fontana sono stati ospiti, lo scorso 30 maggio, dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) – Sezione di Brindisi presieduta dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza.
Nell’aula Metrangolo del Tribunale di Brindisi c’erano, per l’occasione, giudici, pubblica accusa, cancellieri, avvocati, testimoni, forze dell’ordine parte civile e ovviamente l’accusato. I reati contestati, tra quelli più odiosi: molestie, minacce e lesioni ai danni di una donna.
Quest’ultima ha avuto il coraggio di denunciare tutto e, dopo le indagini, ne sono scaturiti – per l’appunto – procedimento, con la fase della indagini preliminari, e processo. L’iniziativa è stata proposta ad Anm dall’avvocato Massimo Romata ed è stata accolta dal sostituto procuratore De Nozza, che ha dichiarato:
“Abbiamo accolto con grande entusiasmo questa richiesta per consentire a dei giovani studenti di partecipare alla simulazione di un processo penale, richiesta che ci è sembrata meritevole di essere accolta perché i ragazzi possano avere una percezione diretta di che cosa sia la giurisdizione penale e di quali possano essere i fatti che la possano attivare, fatti dai quali è auspicabile che rimangano lontani per l’intera durata della loro vita. Il processo penale – ha proseguito il magistrato – comporta dei costi, che sono economici ma soprattuto sociali e di sofferenza, destinati a pesare ancor più e destinati a comportare ancor più preclusioni su un giovane di 19, 19, 20 anni”.
Il promotore dell’iniziativa, l’avvocato Romata, si è così espresso: “Questi ragazzi, a volte, non sono sono consapevoli del fatto che per una loro azione che può sembrare di poco conto possono esserci dei risvolti negativi non soltanto da un punto di vista penale, ma destinati a incidere proprio nelle loro vite”.
Soddisfatta dell’esperienza di propri allieve e allievi anche la dirigente scolastica del Classico “Lilla”, Giovanna Carla Spagnolo: “Credo sia stata a prima volta che che i ragazzi abbiano avuto la possibilità di simulare un processo e ciò rappresenta un fattore sicuramente significativo nella loro esperienza scolastica e di vita”.
Sì, perché al di là dell’aspetto attinente alla legalità, c’è da prenderne in considerazione un altro: e cioè che magari studentesse e studenti possano essersi appassionati e ispirati alle professioni rappresentate nel processo simulato, come quelle dei magistrati, degli avvocati, dei cancellieri e delle forze dell’ordine. Si spera, ovviamente, non a quella dell’imputato. Che, per inciso, alla fine è stato condannato.