Polizia locale e caso Oria, il comandante: “Donne più brave ai concorsi, ma prevalgono ancora gli uomini. Perfetta parità di genere sarebbe l’ideale”

Sulla distribuzione delle quote di genere tra gli agenti, a partire dal caso di Oria, un parere qualificato è certamente quello del comandante della polizia locale di Brindisi, Antonio Orefice, anche vice presidente dell’Associazione nazionale comandanti e ufficiali dei corpi di polizia municipale (Ancupm).

Comandante, cosa pensa del caso di Oria?

È legittimo inserire un titolo di preferenza di quel tipo nel caso due o più candidati risultino in possesso di titoli e merito pari: serve a riequilibrare le quote di genere nel settore.

In un Comando di polizia locale qual è il rapporto uomini – donne ideale?

L’ideale è un 50 e 50, ma anche un 60 – 40 indifferente se in favore dell’uno e dell’altro genere. Vi sono servizi per i quali sono statisticamente più portati gli uomini e servizi per i quali sono, sempre statisticamente, più portate le donne. Poi, è chiaro, esistono molte eccezioni.

Quali sono i servizi più adatti a un uomo e quelli più adatti a una donna?

Ovvio che quando c’è da impiegare la cosiddetta forza pubblica è tendenzialmente – ma neanche sempre – più impiegabile un uomo, ma non si creda: si pensi a uno sgombero, dove potrebbe servire sia la risolutezza di un uomo, sia il savoir faire e la figura rassicurante di una donna. Oppure si pensi a quando c’è da eseguire un Tso, stesso discorso… Nei nostri corsi affrontiamo tematiche di questo tipo che non fanno distinzione tra i generi. Nella mia carriera ho incontrato uomini estremamente sensibili e donne più dure e, ovviamente, viceversa. Non c’è mai da generalizzare.

Oggigiorno, secondo lei, quello della polizia locale può dirsi un settore perlopiù femminile?

È indubbio che esistano realtà nelle quali la componente femminile è prevalente, ma dai dati in mio possesso su scala nazionale e, nel complesso, anche qui nel Brindisino, il rapporto è del 60 a 40 per cento in favore della componente maschile. Si osserva, comunque, una crescita della componente femminile: in Italia, per esempio, dal 2014 a oggi le agenti sono passate dal 35,5 al 39,6 per cento.

Secondo la sua esperienza, a cosa è dovuta quest’impennata? Ultimamente, sono più brave le donne?

Io non mi baso sulla bravura, ma al massimo sulle statistiche e le statistiche dicono che le donne risultano meglio predisposte a superare i test e quindi, diciamo, si applicano forse più nello studio. Poi, un conto è superare i concorsi, un altro è applicarsi sul lavoro e il discorso riguarda sia la componente femminile che quella maschile. Faccio sempre, a proposito di tendenza a studiare, un esempio che riguarda il “mio” comune: all’ultimo concorso, diversi uomini partivano avvantaggiati dall’essere in possesso della patente A per la guida dei motocicli, ma in molti casi quel gap in termini di titoli è stato poi colmato ampiamente con le prove. Senza considerare il fatto che ormai molte donne conseguono a prescindere la patente per i motocicli, sapendo che serve anche per i concorsi.

Su Brindisi ci sono servizi che riserva solo alle donne e altri che riserva agli uomini?

Vi sono per pura casualità aree, come quella ambientale, nelle quali sono impiegate solo donne e altre aree, come quella informativa, nella quale sono impiegati solo uomini. Ripeto: pura casualità di carriera e di servizio, niente di predisposto. Per il resto, donne e uomini fanno indifferentemente anche la notte in sala operativa, giacché quello della polizia locale è l’unico servizio comunale che resta aperto, con la centrale operativa, anche di notte. Il nostro è un servizio di prossimità al cittadino e agiamo anche come polizia giudiziaria con un unico limite: il territorio. Per il resto, con donne e uomini, dobbiamo garantire la legalità al pari delle forze dell’ordine.

Il problema degli organici: ogni tanto, si assume qualche agente…

Secondo la legge regionale a Brindisi dovremmo essere 165; secondo la pianta organica del Comune dovremmo essere 112. Siamo soltanto 66, ma in proporzione è più o meno ovunque così. Forse in provincia il comune messo meglio è Fasano coi suoi 40 agenti (circa uno ogni mille abitanti) ma anche lì si è sott’organico. Qui a Brindisi per il G7 saremo circa 140 unità, grazie all’apporto che ci verrà da altri Comandi della regione, sennò non ci riuscirebbe di far rispettare i piani della viabilità. Donne o uomini che siano, occorre più polizia locale. È statisticamente provato che un numero maggiore di agenti produce città più ordinate, sicure e vivibili: e questo rappresenta sicuramente un investimento prim’ancora che un costo.

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