Era finito a processo per aver ceduto mezzo grammo di cocaina e aver incassato 20 euro come corrispettivo della cessione. Un 46enne di Oria, difeso dall’avvocato Giuseppe Pomarico, è stato assolto perché il fatto non sussiste.
All’1.37 del 21 maggio 2021, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana fermarono in via Dragonetti Bonifacio, a Oria, una Lancia Y con a bordo due persone.
Nell’auto fu trovato un involucro in alluminio nel quale il conducente dichiarò ci fosse della cocaina che poco prima gli aveva venduto il passeggero cui aveva pagato 20 euro.
L’avvocato Pomarico, a processo, ha chiesto a un sottufficiale dei carabinieri se per caso fossero state accertate le modalità della cessione della sostanza. Il sottufficiale rispose che le modalità non erano state accertate ma soltanto i contatti telefonici tra presunti acquirente e venditore.
Il legale chiese anche se fosse stato accertato il luogo in cui sarebbe avvenuta la cessione della droga, ma il sottufficiale rispose di no.
E ancora: “La cocaina dove sarebbe stata rinvenuta? Addosso al conducente o altrove?”
Il teste rispose che era stata trovata nel cruscotto dell’auto intestata al conducente.
Nell’abitazione del presunto spacciatore – fu messo a verbale – non era stato trovato materiale normalmente usato per confezionare la droga né altra sostanza.
Il giudice onorario Giuseppe Caputo non ha ritenuto fosse possibile affermare con certezza la configurabilità del reato contestato nel capo d’imputazione, così ha mandato assolto il passeggero 46enne. Come principale elemento di prova a suo carico vi era soltanto la dichiarazione del conducente “non essendo stato visto dagli inquirenti alcun atto di cessione né è stato rinvenuto durante la perquisizione domiciliare materiale da confezionamento o somme di denaro”.
Di qui “una doverosa pronuncia di assoluzione nei suoi confronti con la formula perplessa”.