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Denunce incrociate tra datore di lavoro, madre e zie di una sua dipendente: “È lui lo sfruttatore”

Da una parte, le denunce del titolare della nipote; dall’altra la denuncia della zia nei confronti del titolare della nipote. Al centro, una storia di presunti estorsioni, sfruttamenti, minacce e lesioni. Lo sfondo è una paninoteca di Francavilla Fontana.

Nei giorni scorsi, il titolare dell’esercizio e una sua dipendente hanno querelato tre sorelle – madre della dipendente e due sue zie – per aver estorto dei soldi al primo e per aver preteso dalla seconda lavori extra affinché lasciasse a casa più soldi rispetto a quelli guadagnati dalla paninoteca.

La lavoratrice ha raccontato ai carabinieri di non farcela più ad andare anche in campagna per sbarcare il lunario, mentre le sue parenti vorrebbero che lasciasse la paninoteca per andare soltanto in campagna (dove guadagnerebbe di più, però affaticandosi maggiormente). Secondo le donne, invece, la parente verrebbe sfruttata in paninoteca dove lavorerebbe dieci ore a fronte di un contratto da tre.

Una delle tre donne denunciate ha a propria volta denunciato il titolare della paninoteca in quanto, a inizio maggio, con sorella e un’altra nipote si è recata presso il suo esercizio per consumare qualcosa salvo poi essere stata offesa.

In denuncia, la donna ha riferito di aver chiesto all’esercente se avrebbe potuto lasciar libera sua nipote dal 17 al 23 giugno prossimi o concederle almeno quattro giorni di ferie. Sempre a dire della denunciante, quello si sarebbe non solo opposto ma avrebbe assunto nei suoi riguardi un tono arrogante e canzonatorio per farsi sentire da tutti: “Qui comando io, a casa tua piloti tutto tu”.

“Nel suo stato di alterazione – ha fatto mettere a verbale – continuava sempre ad alta voce ad accusare sia me che le mie sorelle di costringere (… la nipote) a prendere decisioni non sue. Io ribattevo che erano accuse infamanti e che era proprio lui, come datore di lavoro, ad esercitare elle pressioni nei confronti di mia nipote facendole credere che rimanendo a lavorare con lui avrebbe avuto dei trattamenti di favore come regali, tipo per prendersi la patente o un monopattino. Alla mia richiesta di scuse pubbliche per le dichiarazioni infamanti sulla mia famiglia, si rifiutava”.

Nel corso dell’alterco, ci sarebbero anche stati riferimenti alle presunte condizioni di salute della donna con frasi del tipo: “Vatti a prendere la pillola che non stai bene, che prendi la 104”.

Viene anche denunciato, in quella stessa sera, un ferimento: il titolare della paninoteca avrebbe lanciato contro la zia della dipendente un contenitore in plastica pieno, che sarebbe finito sullo zigomo della donna. Quest’ultima si è poi recata in pronto soccorso sia per la ferita allo zigomo che per un malore seguito al diverbio (prognosi di tre giorni).

Quella stessa sera, la nipote non ha fatto ritorno a casa dov’è tornata poi dopo giorni in compagnia delle cugine. Neppure il tempo di rincasare, che a casa della ragazza si sono presentati i carabinieri per un “codice rosso” dovuto a un presunto rapimento. La denunciante sospetta un coinvolgimento nella segnalazione del titolare della paninoteca.

La madre della giovane, oltre ad aver confermato la versione della sorella, ha riferito che il 7 maggio scorso sua figlia mostrava strani atteggiamenti nei suoi confronti. Un’altra zia ha raccontato un altro episodio. Il 9 maggio, a tarda ora, preoccupata per la nipote che non tornava a casa, avrebbe seguito in auto il titolare della paninoteca fino a quando questi, col suo furgone, non si sarebbe fermato in aperta campagna per bloccarla fino all’arrivo della polizia.

Storie intricate e intrecciate, con al centro una giovane lavoratrice che, dal canto suo, ha denunciato madre e zie di pretendere troppo da lei per lasciare quanti più soldi possibile a casa al fine di contribuire alle spese quotidiani. Il suo titolare denuncia di essere vittima di estorsione, sempre da parte della madre della giovane e di due sue zie. Queste ultime dicono che il “cattivo” sia il datore di lavoro di figlia e nipote. Sarà probabilmente un giudice a pronunciarsi su ragioni e torti.

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