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Il candidato sindaco (sostenuto dal Pd): “Vincere e vinceremo”, ma si riferiva alla sua squadra di calcio. Gli avversari: “Se l’avessimo detto noi…”

“Vincere e vinceremo”. L’ha detto nel corso di un incontro pubblico al campo sportivo il candidato sindaco di Erchie Mimmo Valente, sostenuto da una sua lista civica – quindi né di destra, né di sinistra -nella quale sono confluiti anche elementi locali di spicco del Partito democratico di Erchie (che apolitico non è).

Il contesto nel quale Valente ha citato nientemeno che Mussolini – 10 giugno 1940, discorso di entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania nazista – era quello del trionfo nel campionato di terza categoria della sua Virtus Erchie Calcio, di cui è presidente, capace in questa stagione di calamitare allo stadio ercolano centinaia e centinaia di persone in occasione di ciascuna partita casalinga.

Il contesto sportivo e la buona fede sminuiscono un po’ la frase conclusiva di quel discorso (di Valente, s’intende). Il motto di fascista memoria, però, non ha lasciato indifferente la controparte politica (quella che fa capo al candidato sindaco Giuseppe Margheriti, dichiaratamene di centrodestra):

“Io non voglio commentare né fare polemiche – afferma Chiara Saracino, ex vice sindaca e candidata consigliera con Margheriti – ma so che se quella frase in qualsiasi contesto fosse stata pronunciata da noi, come minimo qualcuno si sarebbe sbizzarrito pubblicando sui social le nostre foto a testa in giù. Non mi pare il caso di stigmatizzare quanto detto da Valente – conclude – perché saranno altri, più importanti e non ideologici, ma concreti, i temi di confronto tra noi e loro in questa campagna elettorale”.

Al di là degli slogan o a proposito di slogan – a seconda dei punti di vista – l’altro ieri sera nel piazzale di un capannone industriale dell’Area Pip, Valente ha presentato al paese se stesso e i suoi 12 candidati (che hanno preso tutti la parola, meno uno: Fedele Gennaro, insegnante, altrimenti impegnato). Valente si è detto felice ed emozionato, definendosi più un uomo del fare che del parlare.

“Ho successo nel lavoro, ho una splendida famiglia e in molti me l’hanno chiesto cosa mi abbia spinto ad accettare questa sfida. Lo dico sinceramente: le mie figlie. Voglio che anche loro abbiano la possibilità di vivere e realizzarsi qui, senza considerate il loro paese di nascita un posto da cui fuggire”.

“Il nostro è un programma elettorale concreto, fattibile e ambizioso che punta soprattutto a una crescita e a uno sviluppo sostenibili, oltre che a una partecipazione attiva da parte dei nostri concittadini. Mi piace pensare a Erchie come protagonista e artefice del suo futuro”.

Francesco Mancini, uno dei candidati, ha parlato di cambiamento vero e distacco da ogni precedente esperienza amministrativa. Giuseppe Polito e Franco Passero (Pd) hanno invece rivendicato quanto cominciato a fare dalla precedente amministrazione, poi – di fatto – stoppata da un’inchiesta giudiziaria sfociata nelle dimissioni del sindaco Pasquale Nicolì e nelle indagini a carico dell’intera ex sua Giunta (Polito, ex vice sindaco, compreso).

Di Valente in generale si è detto sia rimasto una persona umile nonostante i successi – meritati – che la vita gli ha finora riservato. I suoi sostenitori gli hanno riconosciuto una capacità d’ascolto fuori dal comune che si tramuti in esperienza nel Comune. Nei prossimi giorni toccherà a Margheriti e ai suoi presentarsi, ma in piazza Umberto I. Si sa, l’obiettivo le due fazioni è vincere. Senza citazioni del “ventennio” sarebbe meglio.

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