Insoddisfatte della paga di figlia e nipote, pretendono sempre più anche dal suo datore di lavoro: denunciate tre donne

La paga di figlia e nipote sarebbe stata insufficiente rispetto alle esigenze di famiglia, così tre sorelle avrebbero preteso sempre più tanto dal datore di lavoro della congiunta, quanto da quest’ultima (ipotetica estorsione).

Il datore di lavoro avrebbe dovuto aumentare la paga della dipendente e per giunta corrispondere qualcosa alla sua famiglia. La lavoratrice avrebbe dovuto lasciare alla famiglia tutto quanto guadagnato e per giunta svolgere non uno, ma due lavori.

Questo, almeno, il contenuto di due denunce-querele presentate nei giorni scorsi ai carabinieri dal titolare di un esercizio pubblico (paninoteca) di Francavilla Fontana e, per l’appunto, dalla sua dipendente: le versioni fornite sono le stesse, così come le persone accusate. Ovviamente, ora spetterà a investigatori e Procura accertare i fatti e acquisire elementi di prova.

La storia ha inizio nel mese di dicembre 2022 quando una 23enne francavillese comincia a lavorare in una paninoteca con regolare assunzione. Sembra tutto procedere normalmente fino all’estate del 2023. La ragazza percepisce quotidianamente 35 euro e li lascia disposizione della famiglia, in particolare di madre e sorella con le quali convive.

Non fa soltanto panini alla sera, ma al mattino lavora come bracciante agricola e consegna a casa anche parte della paga da bracciante per contribuire alle spese quotidiane.

Sostenere due impegni per lei diventa stressante, così proprio nell’estate 2023 lascia per tre mesi il lavoro nei campi e si dedica solo alla paninoteca (che in quel periodo richiede maggiori impegno e presenza).

Nel mese di settembre, torna di nuovo a svolgere i due lavori ma le risulta difficile per via degli orari poco compatibili: staccare tardi a sera per la paninoteca, attaccare presto al mattino per la campagna.

Per poter fare la bracciante era necessario che finisse di lavorare in paninoteca almeno alle 23, cosa non sempre possibile perché quell’orario – specie quando fa caldo – non è un orario “morto” per gli esercizi pubblici.

Cominciano, allora, ad arrivarle continue telefonate da parte della madre per invitarla a ritirarsi sennò poi non ce l’avrebbe poi fatta ad andare in campagna. Secondo la genitrice e due zie della ragazza, la paga della paninoteca sarebbe dovuta aumentare perché i soldi che entravano a casa non erano sufficienti.

La giovane inizia, allora, a chiedere anticipi su anticipi del salario al titolare dell’esercizio, che peraltro glieli concede. Nel mese di aprile 2024, la giovane accusa un malore mentre era al lavoro tra i campi e decide di smettere definitivamente di fare la bracciante per dedicarsi solo alla paninoteca. Il suo datore le aumenta la paga a 40 euro anziché 35 (che fanno 1.200 euro al mese più contributi) ma a mamma e zie non va bene, ancora troppo poco.

Le tre sorelle sarebbero state a tal punto insoddisfatte da aver intimato alla congiunta di fare al contrario: mollare per sempre la paninoteca e fare solo la bracciante.

La cosa non va giù alla ragazza che denuncia tutto e ora chiede giustizia perché – sostiene – così non si può vivere. Lo steso fa l’esercente – un 40enne – che, stufo, presenta querela a parte, fornendo ai carabinieri messaggi, telefonate e screenshot tra lui e le tre donne.

Le versioni dei fatti fornite dai due, per quanto coincidenti, andranno comunque verificate da investigatori e inquirenti giacché le indagini sono in una fase embrionale e poggiano, per ora, unicamente dalle dichiarazioni messe a verbale dalle presunte parti offese.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com