Il presidente della Regione Michele Emiliano potrebbe essere chiamato in causa nel procedimento che vede imputato il consigliere regionale fasanese Fabiano Amati con l’accusa di aver diffamato a mezzo stampa l’ingegnere chimico Luigi Botrugno (di Andrano, Lecce).
Botrugno è l’inventore di “Nuovolivo”, un rimedio contro l’essiccamento da batterio killer degli ulivi Xylella Fastidiosa, e lamenta di essere stato indicato dal politico come un truffatore. L’udienza predibattimentale di ieri è stata aggiornata dal prossimo 20 giugno, quando il giudice del Tribunale di Brindisi Valerio Fracassi – pubblico ministero è Pierpaolo Montinaro – dovrà pronunciarsi sull’eccezione di competenza territoriale sollevata dalla difesa di Amati (avvocato Carlino Carrieri). Botrugno, col suo legale Antonio Sartorio dello studio legale Rizzo-Sartorio, sostiene che la competenza ricada su Brindisi, mentre Amati propende per la competenza del Tribunale di Bari.
L’avvocato Carrieri ha sostenuto che il suo assistito si fosse espresso negativamente – eufemismo – su “Nuovolivo” e sul suo ideatore (costituitosi parte civile) nella sua veste pubblica e non da privato cittadino. L’avvocato Sartorio ha dunque dedotto che debba essere citato a processo, quale responsabile civile o coobbligato, il massimo rappresentante della Regione e cioè il governatore Emiliano.
Il contesto dei dissidi tra Amati e Botrugno è quello del contrasto alla Xylella Fastidiosa, il batterio killer degli ulivi. Sia sui giornali, sia sui social, sia ancora su Whatsapp – si legge nel capo d’imputazione – il consigliere regionale, originario di Fasano, avrebbe espresso perplessità circa l’efficacia di “Nuovolivo”, un prodotto ideato da Botrugno per far vegetare e fruttificare le piante infette. Non mancarono termini espliciti quali, per l’appunto, “truffa”. Botrugno sostiene la bontà del suo metodo agronomico (e non fitoiatrico) testimoniata dal giovamento che ne hanno tratto numerosi alberi da lui trattati, come quelli a compendio del verde pubblico a Lecce (piazza Palio, via Del Mare, Questura).
Il tema della Xylella è attuale da almeno dieci anni e intorno a esso ruotano teorie tra le più svariate e a volte agli antipodi per risolvere il problema: innesti e reimpianti, per esempio, sono all’opposto rispetto a “Nuovolivo”. Secondo Botrugno non c’è bisogno d’innesti e reimpianti; sarebbe sufficiente il suo prodotto sulla scorta – sempre a suo dire – di evidenze e ricerche scientifiche. E questa è una delle numerose tesi contrapposte. “Se ci sarà il processo, chiamerò tutti i maggiori scienziati nazionali e internazionali a testimoniare la verità di quanto ho affermato”, aveva dichiarato invece dal canto suo Amati.
Se ne riparlerà il 20 giugno, quando il giudice Fracassi dovrà dire se il Tribunale di Brindisi possa o meno occuparsi del caso. Vi è da comprendere anche il luogo da cui l’eventuale reato sia partito, se dal Brindisino o dal Barese e cioè da dove Amati, anche via Web, ha esposto il suo punto di vista sul prodotto oggetto del contendere e, di conseguenza, sul suo inventore.
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