Castello di Oria, rispolverata mozione per interesse eccezionale. Intanto si battono altre strade

di Eliseo Zanzarelli

Da qualche tempo a questa parte, è tornata d’attualità la riapertura del castello di Oria. È in corso una procedura amministrativa che, dovesse andare a buon fine, consentirebbe a cittadini e turisti di fruirne nuovamente e ai proprietari di sfruttare anche economicamente il monumento simbolo della città.

Nei giorni scorsi, però, il consigliere regionale Paolo Pagliaro ha rispolverato una sua mozione – presentata col collega Maurizio Bruno – già approvata dal Consiglio nel febbraio 2022. La mozione prevedeva l’avvio, da parte della Regione, del procedimento di dichiarazione d’interesse eccezionale dell’intera “cittadella” antica di Oria, di cui fa parte ovviamente anche il maniero.

L’obiettivo dell’iniziativa di Pagliaro e Bruno era quello di renderlo aperto al pubblico com’era avvenuto per circa 70 anni fino al 2007 (anno dell’acquisto da parte di Borgo Ducale Srl per una cifra attorno ai sette milioni e mezzo di euro) “in considerazione dell’eccezionale valore storico, architettonico e culturale di questo bene fortemente identitario della Terra d’Otranto.

Con un’interrogazione, Pagliaro ha chiesto conto al presidente Michele Emiliano di quali siano state, a oggi, le iniziative intraprese dalla Giunta regionale per dare attuazione all’indirizzo a suo tempo espresso dal Consiglio con 29 voti favorevoli (e solo quattro contrari). Pagliaro è sempre stato particolarmente affascinato da Oria sia per la qualità dell’offerta monumentale, sia per la posizione strategica a cavallo tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto.

Il consigliere regionale, in passato, indicò il borgo federiciano come capoluogo di un’ipotetica Regione Salento, un suo vecchio pallino mai sopito. Nel caso di dichiarazione d’interesse eccezionale, nelle intenzioni dei promotori, sarebbe più semplice convincere i proprietari a riaprire i battenti seppur passando necessariamente da un accordo o compromesso, che dir si voglia, con le istituzioni locali su tempi e modi della libera fruizione.


Nel frattempo, però, il Comune ha preso a percorrere altre strade. Nei mesi passati, vi sono stati diversi incontri tra l’amministrazione comunale del sindaco Cosimo Ferretti e i rappresentati – avvocati compresi – di Borgo Immobiliare Srl (che nell’estate ha “ereditato” i beni immobili di Borgo Ducale Srl).

Spiragli di apertura al dialogo si sono aperti grazie all’idea di realizzare tra le storiche mura di un’area museale, un’idea che sembra al momento messo d’accordo le parti. L’iter per la realizzazione di un museo nel castello è, di fatto, già partito: Borgo Immobiliare Srl ha chiesto e ottenuto la convocazione da parte del responsabile dello Sportello unico attività produttive del Comune, Glauco Caniglia, la convocazione di una conferenza dei servizi estesa alle autorità che potrebbe – con modalità asincrona – esprimere pareri circa la fattibilità del progetto o proporre correttivi e migliorie.

L’ok al museo quale attività principale darebbe poi la stura a servizi accessori quali una caffetteria e soprattutto un ristorante a servizio dei visitatori. Chissà che in questo modo non vada in porto anche il vecchio intento dei proprietari di fare del “gioiello di pietra” (così è anche noto il castello) una sala ricevimenti, ancorché camuffata.

La procedura è differente rispetto a quando, nel 2021, le trattative riguardarono Borgo Ducale Srl e la precedente amministrazione della sindaca Maria Lucia Carone: in quel caso, si era parlato di una convenzione tra proprietà ed ente con un’eventuale variante urbanistica che sarebbe dovuta passare dal Consiglio comunale; nel caso odierno, la procedura riguarda principalmente gli uffici.

Ieri sera, il Consiglio comunale ha approvato una delibera che autorizza l’impegno di spesa per affidare incarico ad un avvocato per un parere legale pro veritate in ordine all’istanza presentata dai proprietari del castello. La richiesta è partita dai responsabili dell’ufficio tecnico e del Suap, stante la complessità della materia e della situazione farraginosa risultante dagli atti presso il Comune in ordine alla destinazione d’uso delle varie particelle catastali del castello. Ci aggiorniamo. Buonanotte

Tre strade diverse per un unico scopo: riaprire il massiccio portone del castello dopo tanti, troppi anni.

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