Ha compiuto gli anni da pochi giorni, dieci anni, la biblioteca della scuola secondaria del I Istituto Comprensivo “A. Moro – P. V. Marone”, guidato dal Dirigente scolastico Roberto Cennoma. Dieci anni di impegno al servizio dei suoi utenti/lettori più piccoli, gli alunni, che hanno potuto scegliere tra circa millecinquecento titoli a loro dedicati, grazie a un servizio di prestito garantito dall’impegno volontario della Maestra Ada Argentieri, con la competenza educativa e la dedizione che ne contraddistinguono l’operato da sempre. Circa settemilacinquecento richieste di prestito, che sembrano voler contraddire l’idea diffusa che i libri e le biblioteche non sprigionino più fascino, attrazione e interesse sui più giovani lettori. Dieci anni al servizio di tutta la comunità scolastica, alunni, docenti, genitori, e della città, attraverso la programmazione di incontri pensati per tenere alta l’attenzione su temi trasversali, di valore culturale e, più ancora, civico.
“Incontri d’autore: voci, pagine, parole” il titolo della decennale rassegna, coordinata nell’ambito del progetto biblioteca dalla referente Rossana Casale, con la collaborazione di tutti i dipartimenti, a partire dal dipartimento di Lettere, coinvolto in prima linea nella preparazione dei ragazzi in occasione degli incontri programmati. Dieci anni raccontati qualche sera fa, lunedì 22 aprile, “attraverso le voci e le storie di impegno di chi l’ha aiutata a crescere”, di quelle persone che con la loro presenza e collaborazione hanno puntellato di qualità, valore, contenuti e senso, questi anni di programmazione culturale della scuola al servizio del territorio. A un giorno da quel 23 aprile di dieci anni fa, che ne vide suggellare l’impegno a venire dalla presenza del Linguista Francesco Sabatini.
“Impegno individuale e bene collettivo” il titolo scelto per la serata. Non a caso. Le persone chiamate a testimoniare con la loro presenza e con i loro interventi il percorso tracciato fin qui dalla biblioteca scolastica, hanno tanto da raccontare. Alessandro Marescotti, autore del primo intervento, è Presidente e co-fondatore di Peacelink, una rete telematica per l’informazione libera e la promozione della pace dal 1991 al servizio della collettività. Oltre trent’anni di attenzione e di denuncia, di riflettori puntati su temi più che mai urgenti come la pace, l’ecologia, la solidarietà. Decenni di denuncia del disastro ambientale di Taranto, città inesorabilmente legata, con il doppio filo del diritto alla salute e del diritto al lavoro, al destino della prima acciaieria in Europa, ex Ilva. Fu proprio Alessandro Marescotti, nel 2005, a denunciare l’insostenibilità e l’abnormità delle emissioni di diossina dello stabilimento di Taranto. Un impegno, quello testimoniato l’altra sera, vissuto come cittadino, come educatore, come genitore, come ambientalista.
Nando Benigno ha condensato invece nel suo intervento oltre trent’anni di impegno contro la mafia, con la sola arma della formazione, promossa nel “Coordinamento di docenti e presidi in lotta contro la mafia” da lui fondato a Milano, in un Paese, in uno Stato, che non aveva ancora fatto i conti con la necessità di conoscere il suo “nemico”, il fenomeno mafioso, per poterlo contrastare. “Nella Milano che negava la presenza della mafia nei suoi territori, declinando la sua criminalità organizzata come un fenomeno del Sud che non intaccava i tessuti produttivi settentrionali – si legge in un lavoro di ricerca a lui dedicato – Nando Benigno si inventa un nuovo metodo educativo antimafia”. Un modello rigoroso e “scientifico”, di studio prima e poi di divulgazione di conoscenza, un impegno proseguito a Brindisi e confluito infine nella Scuola di Formazione “A. Caponnetto”. Una battaglia raccontata con la naturalezza e l’umiltà di chi l’impegno lo ha connaturato al suo essere, di chi ha fatto della lotta alla mafia la bussola della propria esistenza.
Testimonianza di una vita professionale dedita al giornalismo, quella di Valentino Losito, un giornalismo serio, che ha tenuto la barra dritta sul suo precipuo dovere, rispettare la notizia. Giornalista professionista dal 1991, Losito ha lavorato per 25 anni alla Gazzetta del Mezzogiorno. Ha ricoperto ruoli di primo piano nel suo giornale prima e dal 2007 per l’Ordine nazionale dei giornalisti. Giornalista nell’anima, riconosciuto, e profondamente appassionato della sua professione, nel suo caso più vicina ad una vocazione, intesa nella sua nobile funzione di servizio, dove Losito trasferisce il suo modo di essere, il garbo, l’equilibrio. Un excursus sul ruolo delle biblioteche a partire dall’Adriano di Marguerite Yourcenar, “la biblioteca come luogo dello spirito, della mente, del pensiero, della riflessione, dell’ascolto, della scoperta”. La biblioteca come “luogo” che resiste e si contrappone ai “non luoghi” di Marc Augè, “dell’uomo tecnologico che vive la globalizzazione dell’indifferenza e della solitudine.” E quindi il ruolo dell’informazione, che negli anni ha dovuto fare i conti con la “rivoluzione digitale” che ha cambiato nelle viscere la società e ogni singola individualità, il racconto della sua capacità di resistere e “governare” la realtà adattandosi ai nuovi mezzi di informazione, avendo ben chiaro dove finisce il mezzo e dove comincia l’uomo.
Ha chiuso la serata l’intervento di Giuseppe Goffredo, poeta scrittore. Testimonianza, fatta di sostanza e corpo, che la poesia non è estranea e non vive al di fuori o al di sopra della realtà, può invece attraversarla, penetrarla nella sua essenza più profonda, “cantarne” i tratti più delicati, naturali, edificanti per lo spirito, ma anche denunciarne le aberrazioni. “L’impegno civile di Goffredo è DNA fattosi inchiostro. Non è dichiarazione o formula intellettuale. È moto viscerale e lucida, pensata determinazione. (…) Come se egli fosse condannato ad essere il primo e l’ultimo testimone dell’esistenza.” Questo si legge nella prima di copertina di “Cadere nutre la terra”, la sua ultima pubblicazione che raccoglie cinquant’anni di poesia, e che racconta solo una parte del suo impegno. L’altra, altrettanto necessaria, è quella perseguita dalla casa editrice da lui fondata, Poiesis, da editore fra le due rive, come si scrive di lui, impegnato a promuovere la conoscenza diretta delle letterature e delle realtà del Mediterraneo, di tradurre quelle voci che al di là del Mediterraneo fanno appello alla nostra coscienza civile, prima ancora che alla nostra umanità.
Per tutti loro lo stesso filo conduttore: la scelta di percorrere le vie meno battute, i sentieri più impervi, senza scorciatoie, onesti, controcorrente. Autentici.
E allora, Grazie a voi, a tutti quelli che ci sono stati vicini in questi anni, e buon compleanno, cara Biblioteca “Virgilio”!