Derubarono anziano con la scusa di dover usare il bagno: un uomo a processo, agì in compagnia di tre accompagnatrici

Con la scusa di dover usare urgentemente il bagno, s’introdussero in casa di un anziano e lo derubarono dei suoi pochi averi. Per questo episodio, risalente a due anni fa, un 32enne laziale è finito a processo con l’accusa di furto pluriaggravato in concorso.

Necessità del bagno

Il furto andò in scena nella tarda mattinata del 23 giugno 2022. Il 79enne di Francavilla Fontana ritirò un pacco postale direttamente dalle mani del corriere che, neppure il tempo di richiudere l’uscio di casa, si ritrovò di fronte tre donne – scese da un’auto – che quasi lo spinsero all’interno con una certa fretta: gli dissero di aver bisogno della toilette e di non poter aspettare oltre, altrimenti se la sarebbero fatta addosso.

Una nella toilette, le altre a curiosare

L’uomo, colto di sorpresa da tanta foga, non potè far altro che assecondare la richiesta e consentì loro di fare ciò che gli avevano chiesto. Così, mentre una delle tre usava effettivamente i servizi igienici, un’altra pare intrattenesse il proprietario e l’altra curiosasse in giro.

Arrivederci e grazie, ma…

Dopo un po’, il trio con con ancor più fretta di quando era arrivato, si congedò ringraziando fugacemente per l’ospitalità ricevuta. Un fatto insolito, ma lì per lì soltanto strano e apparentemente innocuo. Con un po’ di perplessità, l’anziano se ne fece una ragione e tornò alle sue cose di sempre. Sino a quando non ebbe necessità d’indossare quei pantaloni che quel giorno aveva poggiato sul divano per mettersi comodo tra le mura domestiche. I pantaloni c’erano ancora, ma gli sembrarono più leggeri del solito.

E il portafogli?

E, infatti, da una delle tasche era sparito un portafogli contenente 70 euro, tessera sanitaria e documenti d’identità e carte. Sì, si era trattato di una sorta di quelle truffe – sempre più diffuse – di cui aveva persino sentito parlare e da cui era stato messo in guardia. Capì di essere stato raggirato e ne parlò con parenti e conoscenti, i quali gli consigliarono di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Così fece e nel frattempo si rivolse all’avvocato Angelo Di Mitri per seguire la questione.

Denuncia e indagini

I carabinieri della Stazione di Francavilla Fontana, intanto, avviarono le indagini e, grazie anche all’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, riuscirono a individuare una Fiat Panda sospetta e soprattutto il suo conducente. Questi risultò essere un 32enne (allora di anni ne aveva 30) neppure pugliese, ma residente a Palestrina in provincia di Roma. Sarebbe stato uno degli artefici di quel reato, qualificato come furto.

L’avvocato Di Mitri

Querela e processo

L’avvocato Di Mitri sporse quindi denuncia-querela nei suoi confronti, dopodiché uno dei presunti ladri fu mandato a processo (tuttora in corso). L’anziano chiede un risarcimento economico pari a 2mila euro e danni morali per 5mila euro (o altra somma che il giudice riterrà equa). L’accusa a carico del romano è di concorso in furto aggravato sia dall’averlo commesso in più di tre persone, sia dall’aver approfittato di circostanze, tempo, luogo e personali (età della vittima compresa) tali da ostacolare la pubblica e la privata difesa.

Occhio a truffe e simili

I carabinieri e le forze di polizia in genere sono da tempo impegnate in tutta una serie d’incontri presso chiese e centri di aggregazione al fine di istruire le fasce più deboli della popolazione sui rischi di truffa nei loro confronti, dispensando consigli su come evitare di cadere in trappola.

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