Spaccio di droga ed estorsione. Figura anche un uomo di Oria tra le persone coinvolte nel blitz di questa mattina da parte della polizia di Taranto, che ha eseguito misure cautelari nei confronti di 22 indagati (otto in carcere, nove ai domiciliari e cinque con obbligo di firma). Gli indagati sono in totale 51.
Dall’obbligo di firma direttamente al carcere
Tra i destinatari dell’obbligo di firma anche l’oritano, che poi è stato però condotto in carcere: durante la perquisizione a casa sua, i poliziotti hanno trovato e sequestrato dosi di eroina, cocaina, hashish e marijuana oltre a materiale per dosaggio e confezionamento (sequestrati anche 500 euro in banconote di vario taglio).
L’inchiesta
L’inchiesta della Procura di Taranto, partita nella primavera 2021, si è concentrata su diversi gruppi dediti al traffico di droga tra Taranto e provincia, com cessioni di hashish, marijuana ma anche cocaina, ecstasy, mdma ed eroina. Le indagini della polizia presero avvio dall’arresto di una persona trovata in possesso di un chilo di hashish. Poi si risalì a un’altra persona ritenuta intermediaria e a una rete di fornitori e acquirenti
Per l’oritano un importante ruolo nelle forniture
Il compito dell’oritano sarebbe stato importante in quanto ritenuto fornitore insieme con un altro indagato del rione Tamburi del capoluogo ionico. Con l’aiuto di mediatori, che si sarebbero avvalsi di due custodi-pusher, i due avrebbero rifornito di droga la zona di piazza Messapia
Feste speciali e droga in discoteca
Lo spaccio avrebbe coperto numerosi quartieri aranti e si sarebbe esteso anche a una nota discoteca, nel corso di feste “speciali”. Il locale è stato da poco chiuso d’urgenza e sequestrato dopo che all’interno sono stati arrestati tre giovani, sempre per spaccio, e il titolare per detenzione di arma da fuoco e munizioni. Non solo: durante le indagini, sono qui state arrestate quattro persone e altre due sono state denunciate per detenzione ai fini di spaccio.
L’estorsione mafiosa
Si è indagato anche per un’estorsione aggravata dal metodo mafioso. Uno degli indagati già condannato per associazione mafiosa avrebbe fatto valere il suo peso criminale per consentire di riscuotere, con le cattive maniere, un credito legato al pagamento di una partita di stupefacenti. Per questo caso, gli atti sono stati trasmessi al gip di Lecce.