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“Bambina scomparsa a Francavilla Fontana”, ma è una bufala che corre sul Web: prestare attenzione

“Francavilla Fontana: Ricerca di Giuliana Santoro, 6 anni, la famiglia lancia un appello per qualsias…”, l’invito a condividere e poi ovviamente un link da cliccare, ma è soltanto una fake news per dirottare visualizzazioni verso siti commerciali oppure, peggio, per captare dati personali degli internauti meno accorti.

Nessuna bambina è scomparsa nelle ultime ore nella provincia di Brindisi e tantomeno da Francavilla Fontana.

La bufala, però, è comparsa da qualche giorno su profili, gruppi e pagine social locali. Più di qualcuno, non solo ha aperto il link poco affidabile ma l’ha anche condiviso, alimentando una “catena di Sant’Antonio” che – se tutto va bene – non porta da nessuna parte.

Se non va tutto bene, invece, può comportare ingiusti vantaggi per le pagine di destinazione del link – con clic immeritati e profilazioni illecite degli utenti – oppure persino danni per i visitatori incauti nel caso – ed è capitato – di richieste per la compilazione di form di registrazione prima di poter leggere il contenuto.

Moduli, questi ultimi, nei quali durante la navigazione viene chiesto d’inserire nome, cognome, indirizzo e altre informazioni personalissime che mai andrebbero condivise online se non su portali per davvero affidabili (si pensi a quelli protetti delle banche o a quelli commerciali certificati qual è, solo per fare un esempio, Amazon) e volutamente cercati nei vari browser.

L’inserzione truffaldina non ha interessato, a onor del vero, esclusivamente la Città degli Imperiali, ma pure altre località come Brindisi, Taranto, Bari, Foggia, ecc. insinuandosi in luoghi virtuali frequentati dai residenti nei territori man mano presi in considerazione e dunque interessati alle notizie relative al posto fisico in cui risiedono. Com’è possibile? La spiegazione è in realtà abbastanza semplice: qualche particolare algoritmo, neppure oggi troppo complesso, adatta la pubblicazione alla location sulla scorta delle informazioni presenti su profili, gruppi e pagine social.

Così, la scomparsa della fantomatica Giuliana Santoro di appena 6 anni è segnalata contemporaneamente nei posti più disparati. Per giunta, con tanto di foto della bambina e immagine della polizia così da stimolare maggiormente la curiosità e l’approfondimento di chi legge. Chissà a chi appartiene quell’immagine, ma spesso si tratta di foto generiche anch’esse pescate in Rete dall’algoritmo malefico.

Se ci s’imbatte in casi del genere, i consigli sono molto semplici: mai cliccare se il link di destinazione non risulta già a prima vista affidabile – cioè riconducibile a siti di testate giornalistiche note e registrate; segnalare il tutto alle forze dell’ordine e in particolare alla polizia postale per gli approfondimenti e le eventuali sanzioni del caso. Perché le truffe – ormai dovrebbe essere noto – non viaggiano soltanto per strada e i truffatori non bussano solo alla porta dei soggetti più fragili, ma ne è pieno anche e forse soprattutto il Web. Un’ambiente da molti non del tutto conosciuto e nel quale, di conseguenza, è più difficile difendersi.

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