Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Erchie Pasquale Nicolì, tutti suoi assessori e altre tre persone. Il gup Simone Orazio deciderà i prossimo 15 aprile se mandarli o meno a processo. La richiesta è stata avanzata dai pubblici ministeri Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro, due dei tre (col procuratore aggiunto Antonio Negro) che hanno indagato sulla gestione del Comune ercolano nel biennio 2020-2022 quando il primo cittadino e i suoi collaboratori si sarebbero resi responsabili di condotte considerate illecite dai magistrati inquirenti.
Oltre a Nicolì, con la richiesta di rinvio a giudizio, assumono la qualità di imputati il suo ex vice Giuseppe Polito, l’assessore Vito Oronzo Bernardi, le assessore Pamela Melechì e Lina Ferrara, l’ex responsabile dell’Area servizi comunale Ciriaco Ciro Pasquale, il sociologo Leonardo Palmisano (di Bari) e Cosimo De Stradis. Palmisano è accusato di concorso anomalo in concussione (con Nicolì e Melechì) nell’affidamento alla coop Radici Future, di cui è il legale rappresentate, della gestione della biblioteca comunale.
De Stradis, un semplice cittadino ercolano di 64 anni, è accusato di abbandono non autorizzato di rifiuti (in concorso di Bernardi, che quei rifiuti fece prelevare da una proprietà di De Stradis per farli depositate in una proprietà comunale).
Il 9 gennaio scorso, i carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana e i colleghi della Stazione di Erchie eseguirono un’ordinanza di misure cautelari a carico di Nicolì (domiciliari), Bernardi (domiciliari), Melechì (divieto di dimora) e Pasquale (divieto di dimora).
In generale, i capi d’imputazione – a vario titolo – sono: “concussione e tentata concussione, abuso d’ufficio in concorso e atti persecutori, tutti aggravati dall’aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità, raccolta-trasporto-abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi e violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto contro un incaricato di pubblico servizio e dall’aver abusato di autorità e relazione d’ufficio”.
I pubblici ministeri hanno indicato dieci parti offese (perlopiù ex dipendenti comunali) che potranno quindi costituirsi parti civili nell’eventuale processo. Tra le parti offese compare anche il Comune di Erchie, dal 23 febbraio guidato dal commissario prefettizio Antonio Giaccari: anche l’ente potrà eventualmente chiedere i danni subiti.