Sono accusati di aver rapinato una donna dopo averla minacciata con un coltello puntato alla gola.
Oggi (4 marzo 2024), i carabinieri della Compagnia di Fasano, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari della Compagnia Carabinieri di Cavalese (Trento), hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi nei confronti di due persone fasanesi, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi.
Gli indagati sono stati ritenuti responsabili, in concorso, del delitto di rapina in abitazione avvenuta il 21 novembre 2022 ai danni di una donna di Fasano.
In particolare, i due raggiunsero un’abitazione nel centro storico della Città della Selva. Col viso nascosto dal cappuccio di felpe e maschere in silicone, s’introdussero nell’immobile e qui minacciarono con un coltello una donna che vi trovava all’interno. La vittima fu anche immobilizzata con fascette da elettricista e le fu sigillata la bocca con del nastro adesivo.
Successivamente, dopo aver rovistato nei vari locali, s’impossessarono della somma contante di 12mila euro. Dopo il colpo, si dettero alla fuga.
Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Brindisi, svolte dai carabinieri, comprensive anche dell’analisi delle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza dell’area in cui si è verificato il violento episodio e dall’analisi biologica/dattiloscopica – eseguita dal RIS di Roma – del nastro adesivo repertato, nonché dall’analisi del traffico telefonico, hanno consentito di identificare i presunti responsabili della citata rapina in abitazione.
L’ordinanza cautelare ha posto in evidenza come, dalle investigazioni, siano emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato contestato, sussistendo un concreto e attuale pericolo di commissioni di reati della stessa specie da parte degli indagati, attesa la loro allo stato affermata pericolosità sociale.
Dopo le formalità di rito, uno degli odierni indagati è stato accompagnato presso in carcere a Trento, poiché domiciliato temporaneamente in quella Provincia, mentre il secondo è stato associato alla casa circondariale di Brindisi dove già si trovava per un altro reato.