Pugliesità fa rima con golosità in quel di Madrid: “Mena Apulian Food” dell’oritano Mingolla è un caso di successo. Il segreto? Le ricette di nonna

La Puglia o, meglio, la pugliesità in quel di Madrid: in soli quattro anni, Attilio Mingolla – 37enne di Oria – ha conquistato la capitale della Spagna prendendola per la gola con i segreti culinari di nonna Gemma. Il suo “Mena Apulian Food” miete consensi, soddisfacendo anche i palati più esigenti, e ha già ricevuto diversi prestigiosi riconoscimenti.

“Mena!” dal dialetto salentino equivale un po’ a dire “dai, datti da fare!”.

Quella spinta che Mingolla, da tempo fisicamente lontano dal suo paese ma sempre vicino col pensiero e il cuore, si è dato quando ha deciso d’inventarsi qualcosa di nuovo eppure fondato su quella tradizione che l’ha forgiato. Ben due location per “Mena Apulian Food”, uno nel “Barrio de la Latina” (centro) e un altro nel “Mercado de la Cebada” (qui si possono anche comprare i prodotti utilizzati nelle ricette tipiche).

Samuele Bersani nella sua “Freak” cantava del progetto di esportare la piadina romagnola; ecco, Mingolla ha esportato, tra le altre cose, panzerotti, pucce salentine, bombette, orecchiette e capocollo.

“È vero, sono andato via dalla mia terra ma vive sempre e comunque in me e in ciò che faccio per raccontare un po’ della mia Puglia soprattutto a quanti non la conoscono, ma anche a chi la conosce e ne sente la mancanza magari rievocando quelle ‘panzerottate’ che giù da noi sono un’occasione unica per stare in compagnia di amici e parenti”.

Non il solito ristorante italiano all’estero, il suo: “Il classico ristorante italiano fuori dai confini nazionali cucina un po’ di tutto, perlopiù piatti arcinoti, senza distinguere troppo tra i luoghi; io, nel mio piccolo, offro un po’ di Puglia o, meglio, della mia Puglia, quella salentina strizzando ovviamente l’occhio alla mia Oria, che era e resta un’amata culla intrisa di amicizie e bellissimi ricordi. Come dimenticare il mio amato Rione Judea (una delle quattro contrade che ogni anno, ad agosto, si contendono il palio)?“.

D’altra parte, Mingolla è sempre stato portato per i viaggi. Spinto da un’innata voglia di confrontarsi quotidianamente con nuove culture e, non secondariamente, dalla carenza di prospettive di crescita lavorativa dalla sue parti. Così, decise di studiare in Spagna, dove a Barcellona conseguì un master in Chimica. Di nuovo Barcellona in veste di artista (perché Mingolla è anche un artista e ha esposto le sue opere nella penisola iberica) e poi finalmente Madrid dapprima da artista e quindi da imprenditore nella ristorazione: non un punto d’arrivo, ma una sfida giornaliera per migliorare e migliorarsi.

Nonostante la sua attività sia relativamente giovane e abbia dovuto lottare – come tutti – per la stessa sopravvivenza durante la pandemia, in questo breve periodo di esistenza “Mena Apulian Food” ha generato importanti soddisfazioni, come il “Premio italianità per la piccola e media impresa 2023” conferito dal Comites (Comitato degli italiani all’estero) proprio a Mingolla. Nel mese di marzo dello scorso anno, invece, “Mena” aveva ottenuto il premio di American Express dei “Ristoranti con Essenza” (tra i migliori 500 ristoranti di Spagna nella fascia di prezzo inferiore ai 50 euro).

“Il vincitore si addentra in una delle cucine del mondo più diversificate per sottolineare piatti e ricette poco conosciuti e per la sua originale proposta di attenzione in sala combinando tecnologia e attenzione personalizzata”, si legge nella motivazione del riconoscimento.

“Mena”, infatti, propone prodotti autentici pugliesi e strizza l’occhio alla promozione di uno stile di vita sano ed eco-sostenibile. Si potrebbe tranquillamente dire: scommessa vinta, quella di Mingolla, di trasferirsi in Spagna dopo tanto girovagare e diverse esperienze lavorative che non l’avevano appagato appieno. A un certo punto si è detto “mena!”, si è dato da fare e ha trovato la soluzione o, meglio, la sua dimensione.
Eliseo Zanzarelli per Nuovo Quotidiano di Puglia