“Casting” terminato, sarà un avvocato di Genova a quantificare i danni economici e d’immagine derivati dalla chiusura pluriennale del castello

Il “casting” è terminato: sarà un avvocato del Foro di Genova, Glauco Stagnaro, a redigere una perizia per quantificare e pretendere a processo i danni al castello di Oria. Il professionista era tra coloro i quali si sono mostrati interessati all’avviso pubblico emanato, nelle scorse, dalla responsabile del Settore contenzioso e informatizzazione del Comune Lucia Fanuli per il conferimento di un incarico legale particolarmente specialistico finalizzato a ottenere: un parere dettagliato in forma scritta nel quale dovranno essere “valutate quelle caratteristiche di autenticità del Castello di Oria che sono state snaturate dagli interventi abusivi e la irreversibilità di tali effetti, di modo che possa essere di ausilio al Giudice per la valutazione equitativa del danno, nonché le conseguenze sotto il profilo urbanistico”.
In totale, le domande giunte sulla scrivania della dottoressa Fanuli sono state dieci: non soltanto avvocati del posto ma, come nel caso dell’avvocato Stagnaro, anche da fuori.

Sono stati valutati secondo uno schema indicato nello stesso avviso pubblico. Punteggio massimo di 80: per quanto concerne la laurea, un punto per ogni punto superiore alla votazione di 105 e due punti aggiuntivi in caso di 110 con lode; l’attività di docenza presso le università è valsa tre punti; le pubblicazioni su riviste scientifiche in materia di urbanistica – edilizia e beni culturali e paesaggistici ha comportato l’assegnazione di sei punti. Sono state poi prese in considerazione le esperienze inerenti le attività dell’incarico e cioè l’avere effettuato consulenze specifiche per la pubblica amministrazione (massimo 30 punti). Bonus punti anche in caso di riduzione dei tempi di consegna dell’elaborato con un punteggio massimo di 30 punti. Già, i tempi stringono: l’avvocato Stagnaro ha 20 giorni (meno sì, più no) per consegnare l’elaborato ed emettere fattura da 4mila euro.

Il compito non è affatto semplice vuoi per la complessità della materia, vuoi per la singolarità del caso: è piuttosto raro, per fortuna, che siano danneggiati immobili così di pregio e, di fatto, patrimonio collettivo. Le difficoltà risiederanno nel quantificare non tanto i danni materiali quanto quelli immateriali, e cioè anche i danni d’immagine patiti sin qui dall’amministrazione (che rappresenta un’intera comunità).
In realtà, l’avvocato Stagnaro si era classificato al secondo posto nella graduatoria stilata dalla responsabile del Settore contenzioso; al primo posto si era classificato un altro studio legale che, però, ha declinato l’incarico per sopraggiunta impossibilità di onorarlo nei tempi concessi. Così, a scorrimento, è stato interessato del caso il legale genovese che ha accettato e già sottoscritto l’autodichiarazione in merito all’inesistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità.

Se da un lato si parla ancora di controversie legali tra Comune e proprietà dopo i noti fatti di abusivismo, dall’altra è ancora aperta la strada del dialogo finalizzata a rendere il castello nuovamente fruibile dal pubblico. Segnali di schiarita in questo senso sono giunti nei mesi scorsi e il contatto tra chi amministra e chi possiede e gode in esclusiva del bene è costante. L’obiettivo, neppure tanto celato, è quello di farsi reciproche concessioni – pur nel rispetto della legge – per restituire finalmente quel monumento di particolare interesse tanto allo “sfruttamento” dei privati quanto alla fruizione da parte degli esterni.

Eliseo Zanzarelli per Nuovo Quotidiano di Puglia

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