Che sposarsi costi, è noto ai più. Non si pensi però soltanto ai capi da indossare al ricevimento, ma si pensi nel caso di Oria anche ai prezzi fissati per matrimoni e unioni civili a palazzo di città o nelle altre sedi comunali di pregio, come Palazzo Martini e Parco Montalbano.
Nei giorni scorsi, la Giunta del sindaco Cosimo Ferretti ha fissato condizioni e tariffe per quanti – residenti e no – scelgano di coronare il proprio sogno d’amore fuori da un luogo di culto. La premessa è d’obbligo: le celebrazioni ordinarie nella sede municipali durante le ore di servizio del personale rappresentano un’attività istituzionalmente garantita, dunque sono gratuite.
Se ci si sposa o unisce civilmente in municipio dal lunedì al venerdì in orario d’ufficio (dalle 8 ed entro le 13, al giovedì anche dalle 15 alle 18) nulla è dovuto. Il discorso cambia se si scelgono orari non d’ufficio e giorni festivi: in questo caso, i residenti pagano 50 euro, i non residenti 100.
Il tariffario cresce se si sceglie esplicitamente l’aula del Consiglio comunale – sempre al di fuori degli orari di servizio e nei giorni festivi – nel qual caso l’esborso è di 100 euro per i residenti, di 150 per i non residenti.
Palazzo Martini e Parco Montalbano costano a prescindere. Per godere di Palazzo Martini, nei giorni feriali e in orario di servizio – bisogna “scucire” 150 euro se si è oritani, 200 se si è forestieri; fuori dagli orari di servizio e in giorni festivi, Palazzo Martini vale 200 euro per i residenti, 250 per i non residenti.
La location più costosa (e anche la più suggestiva) è però rappresentata da Parco Montalbano, ai piedi del castello. Per accaparrarselo occorrono 250 euro (300 per i forestieri) nei giorni feriali e in orario di servizio, 350 euro (400 per i forestieri) se lo si sceglie fuori dagli orari di servizio e nei giorni festivi.
Nella delibera giuntale dello scorso 12 febbraio si stabilisce anche quando proprio non ci si può sposare in quel di Oria e cioè nei giorni segnati in rosso sul calendario comunale: 1 e 6 gennaio, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 30 agosto, 1 novembre, dall’8 al 26 dicembre, il 31 dicembre.
“I richiedenti – è inoltre scritto – possono, a propria cura e spese, arricchire la sala con altri arredi e sobri addobbi, senza danneggiare la struttura stessa e, al termine della cerimonia, dovranno essere tempestivamente ed integralmente rimossi, sempre a cura dei richiedenti”.
“La sala concessa – si precisa – dovrà quindi essere restituita nelle medesime condizioni in cui è stata concessa per la celebrazione”. Divieto assoluto di “spargere riso, coriandoli, confetti ed altro all’interno delle location concesse per tale avvenimento ed anche negli atri antistanti i vari ingressi”.
Infine: “Nel caso si verifichino danni alla struttura concessa per la celebrazione del matrimonio, l’ammontare degli stessi, salvo l’identificazione del diretto responsabile, sarà addebitato al soggetto richiedente”. Se il celebrante non fosse un ufficiale di stato civile del Comune di Oria, si uscirebbe dal perimetro del servizio pubblico essenziale istituzionalmente garantito, quindi l’evenienza potrebbe comportare dei costi aggiuntivi.
Il tariffario per matrimoni e unioni civili è giustificato dai costi organizzativi sostenuti dall’ente col suo personale soprattutto in caso di scelta di sedi esterne e giornate particolari, che farebbero inevitabilmente scattare lo straordinario per i dipendenti pubblici coinvolti nelle pratiche e nell’organizzazione.
Eliseo Zanzarelli per Nuovo Quotidiano di Puglia