di Eliseo Zanzarelli
Cinema Italia di Francavilla Fontana, una fredda serata di fine gennaio. La pellicola del film “Cani randagi”, diretto da Alessandro Zizzo e scritto a quattro mani con Barabba Marlin, scorre che è una bellezza. Diverso per tematica e impostazione dagli altri film del regista francavillese, meno sentimentale, più crudo e impegnato. Narra in termini e immagini semplici – e in ciò l’autoproduzione di Officinema conta poco, trattandosi di una scelta ben precisa – dinamiche comuni interne ai sodalizi criminali, in questo caso alla Sacra corona unita.
Due famiglie (Scarano e Basile) si contendono il territorio e il “prestigio” antisociale, circondate da cani randagi pronti a farsi aggressivi pur di addentare anche un solo boccone del banchetto derivante dallo spaccio di droga e dagli introiti da esso derivanti. Sentimenti pochi e confusi, si diceva.
Da padrone la fa – sotto diversi aspetti – il tradimento: quello in qualche modo accettato, ma anche quello inatteso. Non v’è traccia di redenzione tra i protagonisti, perché in certi ambienti – in fondo – è così che va e deve andare il mondo. S’intravedono appena barlumi di speranza, ma fanno la fine che fanno in una sorta di realistico pessimismo.
Il girato, nato quasi quale reazione al periodo buio della pandemia, si dipana tra le province di Brindisi e Taranto e in particolare tra Francavilla Fontana, contrada Bax-Capece, e Campomarino di Maruggio. Contrasti tra la bellezza del paesaggio e la crudezza di ciò che in quel paesaggio avviene, morti comprese. Uno stridore che c’è stato e che purtroppo ancora ci sta.
La recitazione in dialetto rende tutto ancor più credibile e prossimo a una realtà – non troppo lontana dal quotidiano – che solo ai piani alti frequenta la lingua italiana, salvo poi avvalersi di manovalanza che, pur incolta, sa farsi comprendere ed è pronta a tutto per arraffare fosse anche soltanto una briciola che cada da quel piatto sporco ma ricco imbandito intorno al traffico di stupefacenti.
Ci sono tante storie in una trama che resta gradevole fino al termine, tenendo incollata la platea alle scene e ai dialoghi. Sui titoli di coda una domanda sorge tra gli spettatori – mentre compare la dedica del regista a suo padre, scomparso di recente – che si sarebbero spinti oltre nella visione: “E poi, cosa succederà?”.
I presupposti per un sequel ci sono tutti e chissà che non ci si faccia un pensierino…
Nota di merito per tutti gli attori: da Altea Chionna a Giuseppe Ciciriello, da Giulia Lippolis a Giorgio Consoli, da Giulio Neglia a Giulia Vittoria Cavallo, Angelo Argentina e ancora Tommy Lacalamita, Eleonora Siro, Francesca Danese, Gianvincenzo Piro, Piero Balsamo ed Enrica Fischetti.
Proprio da ieri “Cani Randagi” è disponibile anche sulla piattaforma Amazon Prime Video, per ora a pagamento, distribuito da Minerva Pictures.